Le indagini sono ancora in corso, le responsabilità sono tutte da accertare, ma le contestazioni sono quelle che ormai molti tifosi imparano a conoscere. E cioè «plusvalenze fittizie», «false comunicazioni sociali», «falso in bilancio». È ancora presto per dire cosa rischiano realmente Lazio e Roma per gli affari contestati dalle procure di Tivoli (le operazioni per Sprocati, Casasola, Marino, Cicerelli, Novella, Morrone e Akpa Akpro con la Salernitana) e della Capitale (per gli affari dei giallorossi con il Sassuolo per Marchizza, Defrel e Frattesi, con l’Atalanta per Tumminello e Cristante, con Luca Pellegrini e Spinazzola per la Juve, con Cetin, Cancellieri, Diaby e Kumbulla con il Verona) che hanno portato ieri la Guardia di Finanza a perquisire le sedi dei due club, oltre a quella della Salernitana.
Cosa succederà adesso
Le carte verranno ora trasmesse alla procura della Figc, come da prassi. La giustizia sportiva aprirà un fascicolo e approfondirà il caso, per poi decidere se procedere con i deferimenti o se archiviare per insussistenza del fatto. Non sono definibili i tempi di un eventuale giudizio, ma come avvenuto anche per il club bianconero la procura sportiva è solita acquisire gli elementi probatori contenuti nelle indagini della magistratura ordinaria, valutandone le ricadute sulla base del codice di giustizia sportiva. Sotto questo profilo, il procuratore Chiné sta indagando anche sulle operazioni di mercato della Juventus fin qui mai giudicate, cioè le cosiddette “partnership sospette” che non finiranno nel filone della manovra stipendi, il quale si sta avviando alla conclusione delle indagini (arriveranno deferimenti per i dirigenti juventini, mentre i calciatori che hanno sottoscritto gli accordi dovrebbero salvarsi). Queste partnership fanno comunque parte dell’inchiesta Prisma, le 14 mila pagine della procura di Torino che ha indagato sui conti della Juventus, ma la procura Figc le terrà fuori dal secondo processo in attesa che gli inquirenti delle procure territoriali di Bergamo, Bologna, Cagliari, Genova, Modena e Udine – e a questo punto anche quelle di Roma e Tivoli – finiscano il loro lavoro.
Cosa rischiano Lazio e Roma
Se si arrivasse a un processo e ci fossero elementi a sufficienza per chiedere una condanna, anche Lazio e Roma rischierebbero da una semplice “ammenda con diffida” (art. 31 comma 1) all’esclusione dal campionato qualora le violazioni gestionali siano state determinanti per iscriversi al campionato (ipotesi decisamente remota). Quadro ancora più complesso se venisse tirata in ballo la “mancata lealtà”, quella dell’art. 4.1 che configura la volontà di creare un sistema illecito per eludere le norme.