Meno male che c’è Juve-Inter. Non ci guarisce da tutti i mali, figuriamoci dal male sportivamente atroce di questi giorni, ma ci aiuta a distogliere la mente, ad alleggerire la cappa di cupi pensieri post-macedoni. Juve-Inter ci riporta nel nostro orticello, dove per quattro anni abbiamo coltivato speranze recise in appena otto mesi, ma lì, solo lì, possiamo e dobbiamo continuare a seminare. Il campionato di Serie A ci offre a otto giornate dalla fine l’ultimo grande spettacolo. Vista la classifica, la novità del calendario asimmetrico non si è rivelata un’idea azzeccata. Un po’ perché appassionati tradizionalisti come noi restano disorientati, molto perché dopo Juve-Inter nelle successive sette giornate (due mesi di campionato) non ci saranno altri scontri diretti fra le prime quattro. Così, fuori dal Mondiale e fuori dalla Champions, avremo mesi interi da trascorrere come voyeur, appiccicati alla tv a guardare gli altri. Solo le semifinali di ritorno di Coppa Italia, col derby di Milano e il ritorno di Juve-Fiorentina, e poi la finale (che potrebbe diventare il quarto round stagionale di Juve-Inter dopo la Supercoppa) ci offriranno la possibilità di lenire un pochino le nostre amarezze. Ultima grande sfida di campionato e probabilmente ultima volta, in queste squadre, di giocatori che ne sono stati protagonisti, come Dybala e Chiellini da una parte, come Lautaro Martinez e Perisic dall’altra. Per loro potrebbe trasformarsi nel grande evento d’addio ai colori attuali.
Serie A, si riparte
Questi sono anche i giorni in cui dobbiamo ripartire, è il calcio che ce lo impone. Sono giorni faticosi durante i quali dovremo evitare la depressione e ricominciare con tutta l’energia possibile. E’ la ragione per cui il nostro “classico” può darci una piccola scossa, una scintilla come quella intravista in Turchia. Dobbiamo riaccendere la passione e una partita del genere ci può aiutare.
Tutti gli approfondimenti sull’edizione del Corriere dello Sport – Stadio