Dovevano essere fuochi d’artificio, alla fine ha vinto la noia. Milan e Juve si dividono la posta al termine di un match bello sotto il profilo dell’agonismo ma deludente sotto quello delle occasioni da gol. Merito di un tatticismo esasperato e di una fin troppo attenta fase difensiva che nulla ha concesso agli attaccanti. In ombra tutti i protagonisti più attesi del big match, da Dybala a Ibra (uscito alla mezz’ora per infortunio) fino a Morata. In questo muro contro muro alla fine a ringraziare è il Napoli di Spalletti, adesso al secondo posto insieme a Pioli, e l’Inter, di nuovo in fuga con una partita ancora da recuperare. L’ 0-0 serve più alla Juve, capace di non perdere una partita molto complicata e sempre in scia all’Atalanta in zona Champions.
Le scelte degli allenatori
Allegri non può contare su De Ligt, al suo posto accanto a Chiellini c’è Rugani. Alex Sandro vince il ballottaggio con Pellegrini per un posto da titolare. Sulla sinistra c’è McKennie. Pioli punta tutto sulla coppia Kurnic-Tonali a centrocampo con Messias dall’inizio al posto di Saelemaekers sulla trequarti e Ibrahimovic perno offensivo. In difesa spazio a Kalulu con Romagnoli.
Primo tempo, solo uno spunto di Leao
Il primo tempo concede poco allo spettacolo ma l’intensità è alta. Le due squadre si affrontano a ritmi elevati ma le due difese non lasciano passare nemmeno gli spifferi. L’equilibrio è assoluto, il risultato bloccato. Il Milan va più vicino al gol dei bianconeri ma a parte una conclusione di Leao ben deviata da Szczesny a terra non centrano mai lo specchio della porta. Dall’altra parte va anche peggio. Cuadrado ha un paio di chance ma pecca di mira, Dybala per cercare pallone giocabili deve rientrare addirittura in mediana. Il match perde presto uno dei protagonisti: Ibrahimovic, in evidente difficoltà e fuori dal gioco, è costretto ad uscire per un problema al polpaccio destro al 27’. Al suo posto entra Giroud che, al pari del collega, resta nell’ombra, schiacciato dal solito muro eretto da Chiellini. L’organizzazione difensiva delle due squadre è esemplare. In queste condizioni è praticamente impossibile pretendere lo spettacolo. E’ Milan-Juve ma nel primo tempo a vincere è soprattutto la noia.
Grande agonismo ma pochissime occasioni
Nella ripresa la musica non cambia spartito. Si parte forte con un’intensità da big match, poi con il passare dei minuti i ritmi scemano inevitabilmente. Al 51’ Morata cerca una girata di testa fuori misura. Leao prova la replica repentina pochi minuti dopo con una girata controllata senza problemi da Szczesny. Allo scoccare dell’ora di gioco arrivano i primi cambi per Pioli: fuori Brahim Diaz e Messias per Bennacer e Saelemaekers. Il Milan prova a spingere e con Theo Hernandez cerca una conclusione dal limite che non spaventa l’attentissimo Szczesny. Allegri inserisce Arthur e Bernardeschi che si piazza sulla fascia sinistra al posto di McKennie, traslocato dall’altro lato. Giroud si vede al 70’ con un colpo di testa senza troppe pretese. Nell’ultimo quarto d’ora Allegri si gioca la carta Kean al posto di un Morata mal servito e in evidente difficoltà, Pioli risponde con Florenzi e Rebic. Manca però sempre il guizzo giusto in grado di accendere lo spettacolo di un match intenso ma senza gol. Nel finale si vedono più spunti con Saelemaekers prima e McKennie poi incapaci di sfruttare due buone occasioni. La gara va avanti così fino al fischio finale di Di Bello. A San Siro c’è stata tanta grinta ma sono mancati i fuochi d’artificio. Milan e Juve si spartiscono la posta, accontentatosi di un pari che costa a Pioli l’aggancio in classifica al secondo posto del Napoli e la mini fuga dell’Inter, ora distante quattro punti (con una partita in meno). Per la Juve invece non cambia praticamente niente con Allegri sempre al quinto posto con una distanza invariata dalla zona Champions, lontana un solo punto.