La Juve si ritrova, vince lo spareggio Champions, scavalca l’Atalanta in classifica e sale al terzo posto. Il Napoli interrompe la sua striscia positiva di sei partite e scivola al quinto posto, a due punti dalla squadra di Gasperini ora quarta. I due fuoriclasse della Juve, Ronaldo e Dybala, hanno regalato un sorriso a Pirlo, che ora sente meno traballante la sua panchina e può guardare con più serenità a questo finale di campionato. Gattuso invece dovrà rimboccarsi le maniche e ricaricare gli azzurri: ci sono ancora nove partite per tentare la rimonta alla zona Champions che è un obiettivo fondamentale per la società. L’unico mezzo sorriso della serata lo ha regalato Insigne nel finale: con il suo rigore il Napoli resta pari negli scontri diretti con la Juve (in caso di arrivo a pari punti conterà la differenza reti generale).
La apre Cristiano Ronaldo
E’ stata una partita bella, aperta, vivace. Le due squadre l’hanno giocata quasi a specchio, con la Juve disegnata con un 4-4-2 nelle due fasi di gioco e il Napoli che partiva con un 4-2-3-1 e si difendeva con due linee da quattro. Pirlo ha sorpreso con Buffon al posto di Szczesny, ha preferito Cuadrado alto a McKennie e ha dato fiducia ad Alex Sandro sull’esterno. Gattuso invece ne ha cambiati sei rispetto alla sfida vinta con il Crotone domenica e ha lasciato in panchina Osimhen. In campo la Juve ci ha messo tanta voglia e grande determinazione, è sembrata un’altra squadra rispetto a quella che aveva balbettato con il Torino o a quella che si era dovuta inchinare al Benevento. Ronaldo, sempre lui, l’ha indirizzata verso Pirlo dopo aver sbagliato in apertura e in maniera clamorosa una deviazione di testa da due passi su invito di Danilo. I campioni, però, possono sbagliare una volta, non la seconda: e così, quando Chiesa (casualmente a destra) si è inventato un altro assist delizioso dopo aver ubriacato Hysaj, l’asso portoghese ha risposto presente. Deviazione vincente da centro area e Meret battuto con il gol numero 25 in campionato.
Arbitro e Var, due rigori negati
Il Napoli non è stato a guardare, è stato in partita, ha sofferto ma ha cercato di ribattere colpo su colpo. La mira, però, non è mai stata precisa: tre volte, con Zielinski, Fabian Ruiz e Insigne, ha mandato alle stelle tre buone occasioni. Lo stesso hanno fatto gli scatenati Chiesa e Cuadrado dall’altro lato (il primo ha spedito in curva, il secondo è stato fermato da Meret). L’arbitro Mariani e il Var Di Paolo sono stati protagonisti in negativo del primo tempo e non hanno giudicato punibili due entrate abbastanza evidenti di Lozano su Chiesa e di Alex Sandro su Zielinski: c’erano due rigori.
Gattuso, non basta il rigore di Insigne
Una parata di Buffon su Di Lorenzo ha dato fiducia a Gattuso, che ha provato a riaprirla giocandosi il tutto per tutto con Politano e Osimhen per Demme e Lozano. Si è dato da fare il Napoli, ha avuto coraggio, ma Buffon, a 43 anni, ha consentito alla Juve di conservare il vantaggio grazie a due ottime risposte su Insigne (diagonale di sinistro da posizione defilata) e Fabian Ruiz (sinistro dal limite). Il cambio decisivo, però, lo ha fatto Pirlo, che ha messo al sicuro i tre punti con una magia di Dybala, al rientro dopo tre mesi e mezzo, bravo a dimenticare le polemiche per le esclusioni per il festino e straordinario a beffare Meret con il suo solito ricamo di sinistro. McKennie e Arthur hanno dato sostanza nel finale ai bianconeri, che hanno tremato solo nel recupero dopo il rigore segnato da Insigne (fallo di Chiellini su Osimhen). Lo spareggio Champions lo ha vinto comunque Pirlo, forse stasera ha ritrovato la vera Juve.
Juve-Napoli 2-1: tabellino e statistiche