ROMA - E’ un 3-1 che fa male quello subito dalla Lazio di Inzaghi allo Stadium. L’inizio super e il vantaggio trovato al 12’ con Correa aveva illuso i tifosi, pronti a rivivere un’altra serata da sogno contro la Juve. Il dominio però si è interrotto troppo presto. Non sono bastati i venti minuti iniziali ottimi per fermare una squadra non irresistibile ma piena di talento come la Juve di Pirlo, capace di tenere in panchina Ronaldo, a riposo in vista della sfida di Champions contro il Porto di martedì. Non c’era il portoghese ma il duo Chiesa-Morata è bastato a Pirlo per ribaltare tutto. Una doppietta dello spagnolo, un assist dell’esterno azzurro in aggiunta al gol capolavoro di Rabiot hanno sancito il trionfo bianconero. Una vittoria d’oro per permette alla Juve di rosicchiare tre punti all’Inter, portandosi a -7 con una partita in meno rispetto alla squadra di Conte. Per la Lazio è il secondo ko consecutivo in campionato, il terzo di fila in trasferta (non era mai accaduto nell’era Inzaghi). A tradire i biancocelesti è stato un Immobile troppo evanescente lì davanti e uno stato di forma tutt’altro che eccellente.
Le scelte di Pirlo e Inzaghi
Pirlo si schiera con un 4-4-2 che segna il ritorno di Cuadrado sulla fascia destra. Rabiot e Ramsey colonne del centrocampo con Chiesa e Bernardeschi esterni alti. L’attacco, orfano di Ronaldo, vede Morata e Kulusevski titolari. Convocati Bonucci e Arthur, entrambi inizialmente in panchina. Inzaghi, in emergenza in difesa, si affida a Hoedt centrale con Marusic a destra e Acerbi sulla fascia opposta. Davanti ci sono Immobile e Correa.
Correa illude, Rabiot incanta
L'avvio della Lazio è da urlo. Nei primi venti minuti in campo si assiste ad un vero e proprio dominio ospite. La Juve arranca, sbaglia tantissimi appoggi, manovra lentamente e in modo troppo compassato. La Lazio invece è veloce, pressa altissima e costruisce occasioni a ripetizione. Fares dal limite e Milinkovic-Savic su punizione spaventano Szczesny nei primi minuti, poi ci pensa Correa a sbloccare il risultato. Siamo al 14’ quando Kulusevski effettua un retropassaggio killer che innesca l’attaccante argentino. Un regalo clamoroso che il Tucu scarta senza pensarci due volte, infilando un rasoterra comodo nella porta bianconera. La Juve non c’è, dimostrandosi in confusione totale. Manca a Pirlo un ragionatore lì in mezzo. Ramsey è schiacciato dall’aggressività avversaria, Rabiot si vede a sprazzi. Cuadrado sulla destra spinge ma non può ancora essere al top. La Lazio ha il demerito di non affondare il colpo sulla Juve ferita. Milinkovic Savic e Luis Alberto ci provano senza convinzione dal limite ma in generale la squadra di Inzaghi rallenta, limitandosi a controllare senza spingere più sull’acceleratore come fatto nei primi minuti. Al 26’ la Juve urla contro l’arbitro Massa per un tocco di mano di Hoedt non sanzionato in area laziale su incursione di Chiesa. L’episodio però carica i padroni di casa che acquistano sicurezza, ritrovando un minimo di lucidità e una manovra più fluida. Alla mezz’ora arriva il primo squillo bianconero con una conclusione dai 20 metri di Ramsey a lato. E’ il segnale che Pirlo aspettava. Poco dopo è Morata a spizzare di testa una punizione di Ramsey con palla fuori di un soffio. La Lazio non riesce più ad uscire e al 39’ subisce il pari bianconero grazie ad una magia di Rabiot, bravo a trovare l’angolo impossibile con una conclusione da posizione decentrata su assist al bacio di Morata. L’ultimo squillo del primo tempo lo regala Fares con una botta dal limite a lato di poco.
Morata sale in cattedra
La ripresa di apre con una super giocata di Chiesa che crea scompiglio in area laziale. Nella circostanza è decisivo l’intervento in tuffo di Reina. La Lazio però non sta a guardare e prima con Correa e poi con Milinkovic-Savic va ad un passo dal nuovo vantaggio. E’ sfortunato il centrocampista serbo che con un colpo di testa su assist di Luis Alberto colpisce in pieno l’incrocio dei pali. La partita è divertente e molto più adrenalinica rispetto al primo tempo. Inzaghi al 55’ toglie Lulic e Leiva per inserire Patric ed Escalante. Due minuti dopo arriva il vantaggio juventino. Chiesa anticipa Escalante in ripartenza e dà il via ad una veloce azione di contropiede con la difesa laziale mal posizionata: l’esterno innesta Morata che se ne va verso Reina infilando il sorpasso con un sinistro potente e imparabile per il portiere spagnolo. La Lazio è un bambola e due minuti dopo subisce anche il tris. Ramsey in area laziale viene atterrato da Milinkovic-Savic. Per l’arbitro non ci sono dubbi: è rigore. Dal dischetto Morata non sbaglia, infilando la doppietta personale e l’allungo bianconero. Negli ultimi venti minuti Pirlo inserisce Ronaldo, Arthur e McKennie. La Juve gestisce senza eccessiva ansia il doppio vantaggio. La Lazio, abbattuta nel morale e visibilmente stanca, non ha la forza per tentare la complessa rimonta. Immobile - negativa la sua prestazione - riesce a concludere per la prima volta al 76’ trovando però Szczesny pronto alla deviazione in tuffo. Poco dopo è Correa sfiorare il gol con una conclusione bella ma imprecisa. Si avanti così, senza eccessive emozioni, fino al triplice fischio. Per Pirlo è una vittoria fondamentale per non perdere terreno dall’Inter capolista e per preparare al meglio la cruciale sfida di Champions contro il Porto. Inzaghi, viceversa, è condannato alla terza sconfitta consecutiva in trasferta in campionato. La sua Lazio deve reagire subito per evitare di veder allontanarsi troppo il treno Champions.