Altro che Pirlo a Gattuso, lo scherzo l’ha fatto Gattuso a Pirlo. Un rigore di Insigne ha regalato la vittoria al Napoli sulla Juve, ha rilanciato le ambizioni azzurre in campionato e ha frenato la marcia inarrestabile della squadra bianconera, che cade al Maradona quasi un mese dopo il ko con l’Inter e una striscia di sei successi e un pareggio fra campionato e coppe. Può essere contento il presidente De Laurentiis, che vede invece la sua squadra ritrovare nella serata più delicata (sette assenti) la vittoria ma soprattutto anche lo spirito che era mancato nell’ultimo periodo.
Il Napoli vola con le coincidenze
La notte del risorgimento del Napoli incrocia una serie di coincidenze incredibili: viene decisa da Insigne su rigore (prima di questa sera ne aveva sbagliati tre su tre contro i bianconeri, stasera è arrivato a 100 in azzurro), da un super Meret (costretto a giocare dopo l’infortunio di Ospina nel riscaldamento) e dalla prestazione impeccabile della coppia centrale Rrahmani-Maksimovic, che alla vigilia sembrava essere il punto debole principale nello scacchiere di Gattuso. L’allenatore ha avuto ragione nelle scelte, quasi obbligate, che gli hanno imposto dall’inizio di giocare una partita non esclusivamente difensiva, con la solita esasperata costruzione dal basso, e con quattro punte. E soprattutto è riuscito anche a soffrire quando la Juve ha preso il sopravvento nel secondo tempo, sbagliando quasi niente in difesa. Ha fatto all in Gattuso e alla fine ha vinto.
Pirlo cade dopo quasi un mese
Non si può dire lo stesso, invece, di Pirlo, che esce ridimensionato da una partita che alla vigilia sembrava essere alla portata della Juve, viste le enormi difficoltà del Napoli. Ma al Maradona i bianconeri hanno pagato a caro prezzo una manata di Chiellini a Rrahmani, che il Var Valeri ha fatto rivedere al monitor all’arbitro Doveri e che ha consentito a Insigne di firmare il gol vittoria dal dischetto. Senza McKennie e Kulusevski e con Bernardeschi e Morata, la Juve non è riuscita a fare la partita che probabilmente doveva fare dall’inizio, nel primo tempo ha costruito briciole con Rabiot, Bernardeschi e Cristiano Ronaldo. La squadra ha cambiato faccia nella ripresa, quando con gli ingressi di Alex Sandro, McKennie e Kulusevski ha preso in mano la partita e ha costruito occasioni a ripetizione: Cristiano Ronaldo, Chiesa e Alex Sandro più volte, ma anche Morata, hanno peccato di precisione, ma soprattutto si sono trovati di fronte un monumentale Meret. La Juve si è smarrita al Maradona, nella sera in cui (forse) è rinato il Napoli.
Napoli-Juve 1-0: tabellino e statistiche