La Juve vince e riapre il campionato. A San Siro la grande sfida scudetto tra il Milan capolista e la Juve campione d’Italia se l’è presa Pirlo. Un 3-1 meritato, figlio di un primo tempo equilibrato e una ripresa dominata. Un ko pesante, quello del Diavolo, che arriva in Serie A dopo una striscia senza sconfitte pazzesca durata 304 giorni. A vincere è stata la panchina. Tante le armi a disposizione di Pirlo, quasi azzerate quelle rossonere. La differenza è anche qui. Il Covid ha picchiato duro: Rebic e Krunic da una parte, Alex Sandro e Cuadrado dall’altra. E poi la conta degli assenti: Tonali, Ibrahimovic, Saelemaekers, Gabbia e Bennacer. Troppe defezioni per affrontare una corazzata come la Juve (pur priva di Morata). Protagonista assoluto? No, non è stato Ronaldo - piuttosto in ombra -. Il palcoscenico se l’è preso tutto Chiesa, autore di una doppietta straordinaria (di McKennie e Calabria le altre reti della serata). L’unica consolazione per Pioli è un primato ancora in cassaforte grazie alla contemporanea sconfitta dell’Inter di Conte. Per la Juve è una serata di festa: adesso la vetta è lontana solo sette punti.
Le scelte degli allenatori
Pioli in piena emergenza schiera un 4-2-3-1 sperimentale rivoluzionando il Milan. C’è Dalot terzino destro con Calabria spostato a centrocampo. Castillejo, Calhanoglu e Hauge agiscono alle spalle di Leao. Nella Juve Frabotta vince il ballottaggio con Demiral sulla sinistra mentre a centrocampo c’è Rabiot al posto di McKennie.
Primo tempo, quante emozioni!
Il primo tempo è divertente e ricco di emozioni. Frabotta subito pimpante sulla sinistra trova un cross basso sul quale si avventa Dybala: girata a colpo sicuro deviata in modo decisivo da Kjaer. E sono passati solo due minuti. La replica del Milan è istantanea. Cambio di fronte, Leao se ne va a De Ligt ma dal limite tenta una conclusione rasoterra fuori di poco. Si va avanti così, tutto d’un fiato. All’8’ Bentancur sbaglia una giocata criminale in piena area bianconera e concede a Castillejo una chance clamorosa che Szczesny neutralizza da fenomeno. La Juve sbaglia tanto in fase di impostazione, il Milan lascia giocare ma non molla di un centimetro. Ronaldo non trova spazi giocabili e finisce per nascondersi dietro le fitte maglie rossonere. Allo scoccare del quarto d’ora è Chiesa dal limite a lasciare di sasso Donnarumma con una botta micidiale che si infrange sul palo. E’ l’antipasto del vantaggio ospite che porta la firma dell’esterno ex viola ma il ricamo decisivo di Dybala, capace di regalare allo stesso Chiesa un assist di tacco dal tasso di difficoltà estrema: rasoterra perfetto e Juve avanti nel punteggio. La reazione milanista è furiosa. L’imprendibile Leao sfiora di nuovo il gol con un rasoterra insidioso, poco dopo è Calhanoglu ad avere una doppia chance in sequenza che si infrange su un muro chiamato Szczesny. La spinta del Diavolo è massima, la Juve tiene a fatica gli argini che crollano al 41’ quando da un’ennesima incursione di Leao sulla sinistra arriva il destro preciso sotto misura di Calabria. E’ il pari più giusto a suggellare un primo tempo da urlo.
Chiesa decide, poi arriva il sigillo di McKennie
La ripresa riparte con gli stessi undici e, soprattutto, con la stessa intensità della prima parte. La prima chance capita a Dalot che in apertura esalta i riflessi di Szczesny, bravo a deviare in angolo una conclusione tutt’altro che semplice. La Juve non sta a guardare e alla prima vera occasione del secondo tempo trova di nuovo il vantaggio. In gol ancora Chiesa, straordinario nel trovare al 62’ con una precisa conclusione dal limite una doppietta da urlo su assist (ancora una volta) di Dybala. La gioia per l’esterno dura poco: subito dopo il tiro del 2-1 una fitta ad una gamba lo costringe all’uscita dal campo (crampi). Al suo posto in campo Kulusevski. Pirlo leva anche Dybala per inserire McKennie. Proprio da un’incursione dello svedese sulla sinistra al 67’ arriva un cross teso sul quale Romagnoli per poco e non trova una clamorosa autorete. Pioli capisce che il suo Milan comincia ad arrancare e prova a sfruttare le poche risorse disponibili in panchina: dentro Brahim Diaz per Hauge a venti minuti dalla fine. Al 71’ Ronaldo si accende con un clamoroso assist per McKennie, bravo ad aggirare Kessie ma non a superare Donnarumma, bravissimo a deviare in angolo. Il Milan non riesce più a reagire, visibilmente alle corde. Pirlo mette Arthur e Bernardeschi e due minuti dopo trova il terzo gol, quello da titoli di coda. Kulusevski entra come il burro sulla corsia dei destra rossonera e mette al centro un pallone morbido che McKennie deve solo insaccare. E’ il 3-1 che pesa come un macigno sul morale già precario di un Milan troppo stanco e privo di risorse in panchina per tentare la clamorosa rimonta. Pioli prova a giocarsi le carte baby con Maldini e Colombo ma la storia è ormai scritta. Pirlo riapre il discorso scudetto. Il Milan resta in cima ma adesso dovrà fare i conti con un avversario in più. La Juve ora è lontana “solo” sette punti.