Prima il nuovo scontro Lotito-Marotta, poi un’ipotesi di accordo che andrà ratificato domani nella riunione informale delle società di A. Il tema della ripresa degli allenamenti fa ancora discutere e soprattutto non consente ai club, ai medici sportivi e al sindacato dei giocatori di individuare una linea comune. In serata, dopo un tavolo “scientifico” che nel pomeriggio era stato assai caldo, si è arrivati a una sorta di tregua, con tanto di intesa a larga maggioranza (non all'unanimità) che però va ancora firmata. E finché non succederà…
Lotito e Marotta ai ferri corti: ecco perché
Le scintille sono arrivate tra il presidente della Lazio, uno di quei dirigenti che spingono per la ripresa in tempi rapidi degli allenamenti (tra le altre società a favore anche Cagliari, Napoli, Atalanta e Udinese; nerazzurri e bianconeri però sono in quarantena), e l’ad nerazzurro, “portabandiera” di quei club che vendono la ripartenza della A ancora lontana e spingono a favore di condizioni analoghe per tutti, soprattutto per rispetto di quei presidenti che hanno i loro tesserati in quarantena a causa del Coronavirus. Curioso che i due siano anche consiglieri federali e su posizioni diametralmente opposte. Lotito ha attaccato Volpi, il dottore dell’Inter che perorava la causa portata avanti dalla federazione dei medici sportivi italiani (martedì con un comunicato ha chiesto la ripresa per tutte le squadre il 3 aprile), e Marotta, forte dell’appoggio dell’Aic, è sceso in campo a sua difesa sostenendo che senza una linea comune si mettono a rischio la salute degli atleti e la regolare ripresa del campionato.