Il Napoli non è guarito, il Milan deve ancora lavorare tanto. L’atteso anticipo di San Siro si è concluso con un pareggio che non serve a nessuno, perché Ancelotti non vede la luce in fondo al tunnel del periodo più negativo della gestione De Laurentiis (non vince da sei partite contando tutte le competizioni, striscia peggiore da marzo 2013), mentre Pioli non trova la svolta per la sua avventura iniziata non proprio benissimo sulla panchina rossonera (14 punti nelle prime 13 giornate, mai peggio nell’era dei tre punti a vittoria). Lozano ha illuso gli azzurri sbloccando il risultato, Bonaventura è tornato al gol dopo 412 giorni e ha regalato ai rossoneri un pareggio alla fine giusto ai punti. La classifica è triste per entrambe le squadre: il Napoli ora è a 4 punti dalla zona Champions, domani sera potrebbe ritrovarsi a -7. Il Milan è a -8 da un posto in Europa e ha solo 5 punti di vantaggio sulla zona retrocessione.
Coro e applausi per Ancelotti
Un coro e gli applausi dei tifosi del Milan accolgono Ancelotti nel suo San Siro (in tribuna anche Allegri), le scelte dell’allenatore del Napoli sorprendono un po’ tutti: confermato il 4-4-2 senza Manolas, Fabian Ruiz e Mertens, tutti in panchina. C’è Elmas a sinistra, con il tandem Lozano-Insigne davanti. Funziona meglio però il disegno tattico di Pioli, che porta in panchina Maldini junior e conferma il 4-3-3 nonostante il problema di Suso nel riscaldamento che dà una possibilità a Rebic dal primo minuto nel tridente. Il Milan è propositivo, il Napoli invece è timido e non riesce a prendere le misure della partita. Piatek, Krunic, Bonaventura e Romagnoli spaventano in più occasioni Meret a sottolineare un avvio di partita difficoltoso per Ancelotti.
Botta e risposta Lozano-Bonaventura
A sorpresa, però, alla prima occasione creata, il Napoli passa: un tiro dal limite di Insigne di sinistro si stampa sulla traversa, sulla ribattuta si avventa di testa Lozano e insacca alle spalle di Donnarumma. Non ha nemmeno il tempo di esultare Ancelotti, dopo neanche cinque minuti arriva il pari del Milan, costruito sull’asse Hernandez-Krunic e concluso da un destro dal limite di Bonaventura sul quale Meret può fare poco. Si vivacizza un po’ un primo tempo non entusiasmante, con il Napoli che prende più fiducia. Callejon non sfrutta la palla buona per il raddoppio mentre Hysaj rischia un clamoroso autogol. Non è cinico nemmeno Insigne, che nel finale di tempo si fa ipnotizzare da Donnarumma tutto solo davanti alla porta.
I cambi non danno frutti
Con Kessie al posto dell’infortunato Rebic, il Milan trova un Napoli più determinato nel secondo tempo, prima una rovesciata di Koulibaly e poi una percussione di Insigne spaventano Donnarumma, Ancelotti sente la squadra in fiducia e osa: dentro Mertens per Callejon e passaggio al 4-3-3 con Lozano che trasloca a destra. Una botta al gomito costringe Insigne a uscire, c’è spazio per Younes. Elmas accompagna spesso il tridente e al termine di un bel contropiede va giù in area, ma Orsato lo ammonisce per simulazione. Pioli ha bisogno di forze fresche e dà spazio a Calabria, che va a fare la mezzala destra e rianima un po’ il Milan. Piatek ci prova in un paio di occasioni ma non è mai cattivo sotto porta, è solo lontano parente di quello della scorsa stagione ed esce fra i fischi di San Siro (tocca a Leao nei minuti finali). Ancelotti prova con Llorente per Lozano, vede fallire due buone occasioni ad Allan e a Mertens e porta a casa solo un punto da San Siro, troppo poco per mettere da parte il periodo più negativo degli ultimi anni. E mercoledì c'è il Liverpool...