Moviola, Calvarese non brilla. Rocchi, è un arrivederci

Ultima partita (forse) anche per Giacomelli. Serra, il rigore lascia più di qualche dubbio
Edmondo Pinna

Juventus-Roma

La “sua” partita, per motivi personali e storici. L’avesse potuta scegliere, per scrivere la parola fine sul libro iniziato nel 1989 sul campo del San Casciano, non avrebbe potuto fare di meglio. Gianluca Rocchi ha chiuso una grande carriera, che avrebbe potuto essere straordinaria qualora si fossero avverati una serie di “se”, non tutti dipendenti dalla sua volontà. Per farlo, la partita che di più lo ha coinvolto, su tutte quella del 2014, la tempesta perfetta, dove nulla gira come deve girare. Per questo, forse, il destino gli ha regalato Juve-Roma per incastonare la 264ª perla in serie A (secondo all time dietro Concetto Lo Bello a 328), e Rizzoli gli ha reso l’onore delle armi: quarto uomo Orsato (commovente l’abbraccio a fine partita, ad occhi stretti), che ne raccoglierà l’eredità. «E’ stato un onore, il miglior finale che potessi immaginare, l’omaggio dei giocatori, i nostri primi grandi giudici. Non so se avrei continuato ad arbitrare così bene, è giusto smettere adesso. I tanti rigori? Abbiamo ricominciato ad arbitrare in un clima senza pubblico e magari certi contati vengono amplificati dal silenzio e forse questo ci porta a punire contatti sui quali prima avremmo sorvolato. Ora mi riposo, sto in famiglia, con i miei bimbi, vediamo cosa succederà. Negli ultimi anni alcune regole sono state semplificate, il VAR è favoloso, oggi certi errori non sono più passabili, c’è molta più giustizia».

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Emozioni

Tante, sin da prima di mettere il naso fuori in uno stadio vuoto, accompagnato dai figli Samuele e Federico e da papà Giovanni (la mamma, in pratica il suo “uffcio stampa”, è rimasta a Firenze). Emozionato, molto, l’ex internazionale, occhi lucidi prima e dopo il fischio finale (quando è stato schiumato da Cuadrado), con l’omaggio delle due squadre. Nel mezzo, non s’è fatto mancare nulla ed ha continuato a fare quello che da sempre ha saputo fare meglio, l’arbitro. E così, vantaggio (sul fallo di Smalling su Higuain) e poi giallo per il giallorosso. Un gol annullato a Calafiori con il pallone uscito sull’angolo di Perotti. Un rigore (non un rigorone, eh?) fischiato d’istinto, senza bisogno del VAR.

Juve-Roma 1-3, il tabellino

Arrivederci

Un anno sabbatico, un futuro da tecnico prima e dirigente arbitrale poi (con chi, è ancora tutto da scoprire, anche se è facile da immaginare). Chiude la sua carriera con 264 partite in A (132 rigori e 125 espulsi), 74 in Uefa, 37 con le Nazionali con una Olimpiade (Londra 2012, con i mitici Cariolato e Di Liberatore), una Confederation (2017), un Mondiale (Russia 2018) e senza Europei (questo doveva essere il suo anno, ma l’avevano fatto fuori prima che ci pensasse il Covid19), un mondiale per club. Solo per citare i traguardi di vertice. Ha diretto quattro finali: Supercoppa Uefa (2017, Real Madrid-Manchester United 2-1), Europa League (2019, Chelsea-Arsenal 4-1); Supercoppa italiana (2013, Juventus-Lazio 4-0); Coppa Italia (2016, Milan-Juventus 0-1 dopo i supplementari). Che dire: peccato, era un bell’arbitro.... 


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Atalanta-Inter

Se davvero sarà la sua ultima partita della carriera (attenzione, le certezze di ieri possono diventare incertezze domani), Piero Giacomelli, l’arbitro con Trieste nel cuore e sul fischietto (dirige sempre con un fischietto rosso con l’alabarda attaccata) la chiude sempre sul filo, anche se non ci sono episodi clamorosi in area. Considera non punibile un contatto su D’Ambrosio, lascia lì qualche giallo (è clamoroso quello risparmiato a D’Ambrosio su Gomez), annulla giustamente una rete di Sanchez. Se sarà la sua ultima partita (c’è la possibilità che resti anche il prossimo anno, in particolare se le due Commissioni arbitrali, quella di A e quella di B, verranno riunificate, lo stesso discorso varrà anche per Calvarese, altro che ieri sera era all’ultimo atto), finisce con 23 falli fischiati e cinque gialli.

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Col dubbio

Due, entrambi con D’Ambrosio protagonista. Perché è lui che spinge Gosens sul gol dello 0-1, onestamente non proprio una dinamica di gioco (posto che entrambi si tengono), poi lo stesso Gosens in qualche maniera lo sbilancia da dietro, il contatto non è clamoroso, non c’è mai né una vera trattenuta, né una spinta consistente, il VAR non può intervenire.

Atalanta-Inter 2-0, il tabellino

Offside

Giustamente annullata la rete di Sanchez: al momento del lancio di Young, è molto oltre Hateboer, l’assistente numero uno, Peretti, aspetta - come da protocollo - a segnalare la posizione irregolare, scatenando le proteste di Gasperini, eppure deve essere così. Rete annullata sul campo e offside che il VAR conferma.


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Napoli-Lazio

Finisce, non bene, l’ultima (ma sarà così? evitiamo scommesse, Rizzoli starebbe provando a forzare la mano, soprattutto con A e B unite) di Calvarese, che forse per l’emozione dirige ben al di sotto delle sue qualità (che non sono poche): la rissa finale è anche figlia della sua gestione disciplinare: per tutti, perdona più d’una volta Manolas (anche per un braccio largo su Correa), lascia impunito Luiz Felipe con piede teso su Lozano.

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Rigore

Mertens tira, quasi in contemporanea arriva l’entrata imprudente (al di là del momento dell’impatto) di Parolo, Calvarese fischia il rigore, per lui il contatto è punibile. Non ha tutti i torti, il contrasto fra i due c’è, la temporalità degli eventi.

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Regolare

Nessuna ombra sulla rete di Immobile: al momento del passaggio di Marusic, c’è al suo fianco Manolas ma soprattutto Di Lorenzo, che lo tiene in gioco di pochissimo con il piede destro, Di Paolo al VAR (anche per lui potrebbe essere l’ultima) verifica e conferma.

Napoli-Lazio 3-1, il tabellino

Annullato

Annullata invece una rete a Correa: Calvarese ritiene falloso l’appoggio (in fase di caduta) di Milinkovic sulle spalle (soprattutto la destra) di Mario Rui.


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Milan-Cagliari

Non benissimo la partita per Marco Serra di Torino, quinto anno di CAN B, 4 gare in serie A in carriera. Il rigore che assegna al Milan lascia qualche perplessità, posto che Nicola Rizzoli non è riuscito in questa stagione a dare una indicazione univoca su questa tematica.

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Col Dubbio

L’aspetto positivo: Serra fischia subito, di getto e d’istinto, il rigore per il Milan. Sull’elevazione di Ibrahimovic, davanti a lui salta anche Walukiewicz, che è girato di schiena rispetto allo svedese ma ha il braccio destro largo, parallelo al terreno. Ecco, qui il lato negativo: può essere punibile (anche se ne abbiamo visti dare di rigori così, sul “mani” c’è confusione totale) un giocatore che salta, di spalle, con il pallone che gli arriva sul braccio perché l’avversario gliela colpisce addosso (anche se non volontariamente)?. Al Cagliari ricorda, molto, il penalty subito per fallo di Cerri ad inizio campionato, all’epoca Rizzoli disse (alla fine) che non poteva essere penalty proprio perché il giocatore era girato.

Milan-Cagliari 3-0, il tabellino

Disciplinare

Sono quattro gli ammoniti: Pereiro, Faragò, Cragno e Saelemaekers. Ventitrè i fallio fischiati.


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Juventus-Roma

La “sua” partita, per motivi personali e storici. L’avesse potuta scegliere, per scrivere la parola fine sul libro iniziato nel 1989 sul campo del San Casciano, non avrebbe potuto fare di meglio. Gianluca Rocchi ha chiuso una grande carriera, che avrebbe potuto essere straordinaria qualora si fossero avverati una serie di “se”, non tutti dipendenti dalla sua volontà. Per farlo, la partita che di più lo ha coinvolto, su tutte quella del 2014, la tempesta perfetta, dove nulla gira come deve girare. Per questo, forse, il destino gli ha regalato Juve-Roma per incastonare la 264ª perla in serie A (secondo all time dietro Concetto Lo Bello a 328), e Rizzoli gli ha reso l’onore delle armi: quarto uomo Orsato (commovente l’abbraccio a fine partita, ad occhi stretti), che ne raccoglierà l’eredità. «E’ stato un onore, il miglior finale che potessi immaginare, l’omaggio dei giocatori, i nostri primi grandi giudici. Non so se avrei continuato ad arbitrare così bene, è giusto smettere adesso. I tanti rigori? Abbiamo ricominciato ad arbitrare in un clima senza pubblico e magari certi contati vengono amplificati dal silenzio e forse questo ci porta a punire contatti sui quali prima avremmo sorvolato. Ora mi riposo, sto in famiglia, con i miei bimbi, vediamo cosa succederà. Negli ultimi anni alcune regole sono state semplificate, il VAR è favoloso, oggi certi errori non sono più passabili, c’è molta più giustizia».

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Emozioni

Tante, sin da prima di mettere il naso fuori in uno stadio vuoto, accompagnato dai figli Samuele e Federico e da papà Giovanni (la mamma, in pratica il suo “uffcio stampa”, è rimasta a Firenze). Emozionato, molto, l’ex internazionale, occhi lucidi prima e dopo il fischio finale (quando è stato schiumato da Cuadrado), con l’omaggio delle due squadre. Nel mezzo, non s’è fatto mancare nulla ed ha continuato a fare quello che da sempre ha saputo fare meglio, l’arbitro. E così, vantaggio (sul fallo di Smalling su Higuain) e poi giallo per il giallorosso. Un gol annullato a Calafiori con il pallone uscito sull’angolo di Perotti. Un rigore (non un rigorone, eh?) fischiato d’istinto, senza bisogno del VAR.

Juve-Roma 1-3, il tabellino

Arrivederci

Un anno sabbatico, un futuro da tecnico prima e dirigente arbitrale poi (con chi, è ancora tutto da scoprire, anche se è facile da immaginare). Chiude la sua carriera con 264 partite in A (132 rigori e 125 espulsi), 74 in Uefa, 37 con le Nazionali con una Olimpiade (Londra 2012, con i mitici Cariolato e Di Liberatore), una Confederation (2017), un Mondiale (Russia 2018) e senza Europei (questo doveva essere il suo anno, ma l’avevano fatto fuori prima che ci pensasse il Covid19), un mondiale per club. Solo per citare i traguardi di vertice. Ha diretto quattro finali: Supercoppa Uefa (2017, Real Madrid-Manchester United 2-1), Europa League (2019, Chelsea-Arsenal 4-1); Supercoppa italiana (2013, Juventus-Lazio 4-0); Coppa Italia (2016, Milan-Juventus 0-1 dopo i supplementari). Che dire: peccato, era un bell’arbitro.... 


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Moviola, Calvarese non brilla. Rocchi, è un arrivederci
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