Era sbagliata la designazione di Rizzoli (avrà forse voluto fargli un regalo, visto che oggi è il compleanno dell’arbitro). La conferma? Il buon senso di due squadre di campioni, che nonostante un arbitraggio disastroso hanno pensato a giocare, senza farsi coinvolgere dalla tensione e dal climax che lo stesso Michael Fabbri, 35 anni, internazionale dallo scorso primo gennaio, ha creato, non fischiando praticamente nulla, anche cose evidentissime. Per tutte: il netto rigore non dato alla Lazio (Leiva sollevato da terra), il rosso risparmiato a Luiz Felipe (a martello su Matuidi, non fischiato neanche fallo, con Cristiano Ronaldo che manda a stendere il fischietto di Ravenna). Male anche il VAR Irrati (come ci siamo ridotti, era il nostro fiore all’occhiello): se non è chiaro errore l’intervento di Luiz Felipe, come fa ad esserlo un intervento a 40 metri dalla porta sul rosso (che ci sta se fatto in campo) dato a Cuadrado? Unica cosa giusta, il rigore (con giallo, è nelle possibilità di un portiere uscire e cercare il pallone, intervento genuino) dato alla Lazio per fallo di Szczesny su Correa (corretta anche la battuta, il portiere ha il piede destro sulla linea).
Lazio-Juve, Fabbri da stop tecnico
Sarebbe (sarà?) da stop tecnico Fabbri, soprattutto per come ha condotto la partita. Non ha fischiato falli evidenti, mascherandoli da grande arbitro che tiene la soglia alta, con una presunzione che è nel suo Dna. Ha indispettito tutti i protagonisti, era una lamentela continua, segno di una accettazione vicina allo zero. Soprattutto, commette due errori clamorosi, non aiutato dal VAR (sarebbe stato nel pieno delle sue funzioni). Emre Can in scivolata su Leiva, sfiora con la punta del piede destro il pallone, poi aggancia nettamente il piede del biancoceleste con il pallone che è ancora nella sua disponibilità. Domanda: perché non è rigore? E perché non è da VAR? Ancora, Luiz Felipe col piede a martello sulla tibia di Matuidi, qui Fabbri si supera: non fi schia neanche fallo (prendendosi il vaffa di CR7). E le domande sono le stesse. Alimentate dal fatto che poi Irrati considera chiaro ed evidente il rosso per Cuadrado, quando tesi per supportare il giallo fatto da Fabbri ce ne sono (la prima: fallo avvenuto sull’esterno e a 40 metri dalla porta). Che ci potesse stare il rosso (il giocatore della Juve più vicino è a 10 metri) soprattutto se fatto in campo non giustifica l’intervento di Irrati. Perché altrimenti è difficile poi sostenere il «chiaro ed evidente».
Lazio-Juve, i dubbi
Dubbi, tanti. Come l’intervento di Cuadrado su Immobile in area sullo 0-0 (braccio dietro la schiena ma non c’è una vera e propria spinta) e quello di Bernardeschi su Luiz Felipe (prende solo l’avversario) dopo però che il biancoceleste aveva già tirato (appena prima, il tiro di Immobile era finito sulla spalla sinistra di Alex Sandro, non sul braccio). Pochi, dubbi, invece, sul contatto Immobile-Bonucci: l’attaccante cerca più l’avversario (che è fermo, sulla linea dell’area), sbilanciandosi in avanti.