© Juventus FC via Getty Images
LA PENNA 7
Cagliari-Fiorentina 5-2
Partita abbastanza facile per il romano La Penna, che si conferma direttore di gara di grande affidabilità. Vero, lo strapotere del Cagliari gli ha reso la strada in discesa. Ma vederlo vicino a Cerri (che oltre il 90’ era andato via in contropiede) dimostra una forma fi sica e una concentrazione invidiabili. Coglie bene la simulazione di Sottil (non c’è alcun contatto punibile con Cigarini), a cercare il pelo - ed è giusto scovarlo - manca un giallo per Nainggolan (fa un fallo su Castrovilli simile a quello che lo stesso Castrovilli aveva fatto su Simeone).
MANGANIELLO 5
Lazio-Lecce 4-2
Non benissimo ma neanche bene Manganiello, fi nisce per far arrabbiare entrambe le squadre con decisioni davvero al limite. I due rigori sono entrambi oggetto di critica. Comincia la Lazio, e non a torto, perché il rigore dato al Lecce è davvero misero e generoso. C’è un contatto fra il sinistro di Mancosu e il destro di Milinkovic, con il primo che sembra andare sul secondo nel tentativo di prendere una posizione più favorevole. Al momento del tiro di Babacar, in area c’è una specie di festa, entrano tutti, compreso Lapadula che va ad impattare sul gioco visto che raccoglie il pallone e segna. Essendo una decisione arrivata con il VAR, le verifiche da fare sono: posizione del portiere (nel caso buona, ha almeno un piede sulla linea); eventuali infrazioni commesse da chi ha segnato (Lapadula entra prima in area, è punibile). L’esempio (a scopo didattico) che Rizzoli fece a Coverciano fu praticamente identico a quello di ieri, Samp-Empoli scorso campionato. Il Lecce, fra l’altro, (nel caso di rigore ripetuto) avrebbe avuto due vantaggi: la possibilità di segnare sulla respinta del portiere; il rigore ripetuto. C’è da discutere anche sul tocco di braccio di Calderoni, che Manganiello considera punibile. Non a torto (il braccio è onestamente “largo”, anche se la posizione non è quella convenzionale), e sembra andare volontariamente sul pallone, anche se il giocatore di Liverani è in caduta (non certo per un fallo, è lui che va di forza di spalla su Milinkovic) e dunque scoordinato nei movimenti.
IRRATI 5
Sampdoria-Atalanta 0-0
Non positiva la partita di Irrati, in particolare per la mancata espulsione di Ferrari, per fallo in chiara occasione su Barrow: in eff etti l’attaccante di Gasperini ha preso il vantaggio di posizione rispetto al difendente, il pallone sta andando verso la porta, gli altri sono comunque lontani. Arriva un giallo diffi cilmente “supportabile”. E’ invece indiscutibile l’espulsione di Malinovskiy: già il primo intervento su Ferrari è ai limiti dell’arancione, quello su Viera è quasi da rosso diretto.
MASSA 6
Udinese-Spal 0-0
Corretto annullare la rete di Nestorovski: al momento del cross di Sema, è in posizione di fuorigioco. Sembra esserci il rigore assegnato alla Spal in pieno recupero: Sema tocca il pallone con la mano sinistro in un contrasto con Sala (non si capisce se anche quest’ultimo tocca), Abisso richiama il collega all’OFR (la revisione sul campo), inevitabile a quel punto il penalty.
FABBRI 5
Parma-Roma 2-0
Ancora male Fabbri: tanti falli non fischiati (alcuni clamorosi, Kluivert su Hernani al limite dell’area; Kolarov su Kulusevski), ma soprattutto non prende provvedimenti (e Banti, al VAR, come al solito resta in silenzio, francamente non è la prima volta) nei confronti di Gagliolo che salta a due piedi su Mancini (dopo una manata sul viso di Kulusevski). Poteva starci il rosso.
MARESCA 7
Juventus-Milan 1-0
Se questo Juve-Milan doveva essere considerato una sorta di “battesimo” per Fabio Maresca alla prossima nomina ad arbitro internazionale (voluta soprattutto dai piani alti dell’AIA, come ripetuto ad un alto dirigente arbitrale anche nei giorni scorsi), l’arbitro di Napoli è stato... battezzato. Nessun episodio scabroso o specifi co nelle due aree, sotto controllo il match chiuso con appena 23 falli e sei ammoniti, grande accettazione delle due squadre, lui deciso nel gestire le proteste (soprattutto) di Bonucci, autorizzato a parlarci in quanto capitano.
LA PENNA 7
Cagliari-Fiorentina 5-2
Partita abbastanza facile per il romano La Penna, che si conferma direttore di gara di grande affidabilità. Vero, lo strapotere del Cagliari gli ha reso la strada in discesa. Ma vederlo vicino a Cerri (che oltre il 90’ era andato via in contropiede) dimostra una forma fi sica e una concentrazione invidiabili. Coglie bene la simulazione di Sottil (non c’è alcun contatto punibile con Cigarini), a cercare il pelo - ed è giusto scovarlo - manca un giallo per Nainggolan (fa un fallo su Castrovilli simile a quello che lo stesso Castrovilli aveva fatto su Simeone).
MANGANIELLO 5
Lazio-Lecce 4-2
Non benissimo ma neanche bene Manganiello, fi nisce per far arrabbiare entrambe le squadre con decisioni davvero al limite. I due rigori sono entrambi oggetto di critica. Comincia la Lazio, e non a torto, perché il rigore dato al Lecce è davvero misero e generoso. C’è un contatto fra il sinistro di Mancosu e il destro di Milinkovic, con il primo che sembra andare sul secondo nel tentativo di prendere una posizione più favorevole. Al momento del tiro di Babacar, in area c’è una specie di festa, entrano tutti, compreso Lapadula che va ad impattare sul gioco visto che raccoglie il pallone e segna. Essendo una decisione arrivata con il VAR, le verifiche da fare sono: posizione del portiere (nel caso buona, ha almeno un piede sulla linea); eventuali infrazioni commesse da chi ha segnato (Lapadula entra prima in area, è punibile). L’esempio (a scopo didattico) che Rizzoli fece a Coverciano fu praticamente identico a quello di ieri, Samp-Empoli scorso campionato. Il Lecce, fra l’altro, (nel caso di rigore ripetuto) avrebbe avuto due vantaggi: la possibilità di segnare sulla respinta del portiere; il rigore ripetuto. C’è da discutere anche sul tocco di braccio di Calderoni, che Manganiello considera punibile. Non a torto (il braccio è onestamente “largo”, anche se la posizione non è quella convenzionale), e sembra andare volontariamente sul pallone, anche se il giocatore di Liverani è in caduta (non certo per un fallo, è lui che va di forza di spalla su Milinkovic) e dunque scoordinato nei movimenti.