Mondiali, la spinta del pianeta

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Alberto Polverosi
3 min

Il giorno delle amarezze e delle feste, delle lacrime e dei balli, è finito con Ronaldo che allunga la lista dei grandi delusi, una lista prestigiosa con De Bruyne e Lukaku, Neymar e Vinicius, Kane e Müller, Suarez e Valverde, Gavi e Pedri. Da domani siamo di nuovo dentro alla magia di un Mondiale mai così magico, e strano, e sorprendente. C’è la possibilità, per la seconda volta nella sua lunga storia, che si concluda con la stessa finale dell’edizione precedente. È accaduto nell’‘86 e nel ‘90 con Argentina-Germania, in Messico oro per Diego e la Seleccion, a Roma oro per i tedeschi. È quanto spera la Croazia, una grande, clamorosa rivincita sulla Francia dopo il 4-2 di oltre quattro anni fa a Mosca.

Ma sulla strada delle finaliste di Russia 2018 gli ostacoli non sono irrilevanti, tutt’altro. L’Argentina e il Marocco rappresentano due continenti diversi, eppure tutt’e due hanno qualcosa (o molto) in comune con lo stile del calcio italiano, che in Qatar non è rappresentato. Il Marocco in modo più accentuato. Ha colto l’essenza della nostra storica (anche se non troppo attuale) capacità difensiva e l’ha perfezionata con una mossa logica ed efficace: Amrabat davanti a una linea a quattro, spalle sempre coperte ma contropiede organizzato e realizzato da giocatori che sul piano tecnico hanno davvero sorpreso. Il Marocco recupera e riparte con prontezza, rapidità e tecnica. La domanda è se, dopo aver già raggiunto un risultato inimmaginabile, avrà la forza di resistere all’urto dei francesi, di Griezmann, Giroud e Mbappé, seppure quest’ultimo un po’ in ombra nei quarti con l’Inghilterra. Basteranno al Marocco le feroci motivazioni non solo calcistiche per fare ancora un passo avanti nella leggenda? Di sicuro avrà la spinta di una grande parte del pianeta calcistico, il senso del riscatto è forte e ricorda in parte cosa accadde in Inghilterra quando il piccolo Leicester di Ranieri mise in fila i ricchi dei due Manchester, del Chelsea e del Liverpool conquistando la Premier League. Il Marocco in finale farebbe saltare il banco. In ogni caso, per eliminarlo alla Francia servirà molta attenzione. Forse la sconfitta incassata pochi giorni fa per mano di altri nordafricani (la Tunisia) potrebbe essere d’aiuto a Deschamps. Basta capire la lezione.

Domani si comincerà con Croazia-Argentina, la stessa partita del girone di qualificazione di Russia 2018. Allora finì 3-0 per i croati e Modric non dimenticò di metterci la firma. Stavolta questa sfida vale il doppio, il triplo, il quadruplo. Si incrociano i due veri 10 del Mondiale, il madridista Luka Modric e il parigino (ma ex barcellonista) Leo Messi. Il terzo 10 delle semifinali è Mbappé, ma è un 10 di maglia non di ruolo. Partono alla pari, la Croazia con il centrocampo tecnicamente più dotato delle semifinali e con il portiere che ai rigori non si batte, l’Argentina con Messi e la spinta che arriva dalla prima sconfitta con l’Arabia, quando per molti il mondiale qatariota della Seleccion sarebbe finito in un fallimento. Invece...


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