Beppe Bruscolotti prese la fascia di capitano, se la tolse dal braccio e la affidò a Maradona: «Tienila, è tua: e poi lo supplicai di vincere». Ciro Ferrara, un bambino a quel tempo dinnanzi al Mito, andò a chiedergli un autografo: «Eravamo in ritiro, io e un mio amico aggregati alla prima squadra, eravamo imbarazzati ma ci presentammo da lui. Firmò, sorrise, poi ci chiamò: “Ciro, Patrizio, avete dimenticato la penna”. Conosceva i nostri nomi». Le notti a Cesenatico a casa di Salvatore Bagni, il bacio sulla fronte di Carmando, il suo massaggiatore, prima che cominciasse la partita, le lodi a Giordano e a Carnevale, la prima tappa della Ma. Gi. Ca. I sette anni di Maradona sono intrisi d’immagini simboliche, ci vorrebbe una enciclopedia per raccoglierle tutte, ma le emozioni - e quelle sono state di chiunque gli sia passato al fianco -, si possono racchiudere in una lettera personale, che racconta l’uomo e i sentimenti condivisi dal 1984 al 1991 con ogni suo Napoli e che sei amici rievocano andando a scavare tra i ricordi.
Ode a D10S: ascolta il podcast
Bagni: "Come dicevi tu, ciao fratello"
Caro amico ti scrivo per dirti che mi manchi. La nostra amicizia è nata a Vietri, Hotel Raito, era novembre e tu avrai pensato: chi è questo pazzo che inveisce contro. Ci conoscevamo solo da tre mesi, ma quella sera capimmo che ci saremmo rispettati sempre, come fanno due amici veri. Mi mancano le serate, direi le nottate, a raccontarci per conoscerci profondamente e affrontando anche discorsi che forse a te avrebbero potuto dar fastidio. Mi raccontavi di essere arrivato a un punto di non ritorno. Ma l’allegria e la tua voglia di vivere in compagnia ti hanno salvato per molti anni. Tu capivi - essendo molto scaltro – chi ti stava vicino per amicizia e chi per interesse. E tu quando venivi a Cesenatico, o quando andavi via da casa, mi facevi capire, ci facevi capire, quanto fosse autentico il nostro affetto con l’abbraccio e una frase tutta tua: ciao, hermano. E io ti saluto dicendoti, ora. Ciao fratello mio.
Bruscolotti: "Diego mio, ti abbraccio"
Caro amico mio Diego. Sono trascorsi due anni dalla tua scomparsa, scusami se non ci sentiamo, per me tu sei e sarai sempre presente, la nostra amicizia è stata e sarà sempre forte. Amico mio non mi resta che abbracciarti, come abbiamo sempre fatto. Con l’affetto di sempre. Peppe.
Giordano: "Mi manchi, ti voglio bene"
Mi manchi… da quel 25 novembre 2020 non c’è giorno che non ti cerchi, e la cosa bella è che mi perdo nei nostri ricordi più intimi, quelli non di campo, quelli di Bruno e Diego. Perché tu sei stato per me più grande come amico che come calciatore. E ora, come ogni volta che ci salutavamo ti dico: ti voglio bene. E tu mi rispondi: anche io!
Carnevale: "Ti sono e ti sarò sempre grato"
Caro amico mio, caro Diego sono passati oramai due anni dalla tua scomparsa. Il vuoto che hai lasciato si sta, col passare del tempo, sempre di più ampliando. La fortuna però è che ci sono i tuoi amici, i tuoi ex compagni, la tua famiglia, i tuoi conoscenti che grazie alle loro parole, grazie ai loro racconti su di te, riescono a colmare questa tua assenza terrena. Inoltre le foto e le immagini delle tue prodezze rappresentano anche un mezzo efficace ed importante per non farti mai dimenticare, sono il trait d’union con le nuove generazioni, per i ragazzi che sognano di emulare le tue gesta. Tu per me sei stato un grande amico, un compagno di squadra, un esempio, un leader che mi ha aiutato a crescere prima come uomo e poi a conseguire traguardi e risultati sportivi che rimarranno per sempre nella storia. Sei il numero 10 del mio cuore. In questo tempo mi passano per la testa tutti i momenti passati insieme, ad esempio quando mi avvisavi che saresti rientrato in Italia e non esitavi a chiamarmi per dirmi che ci saremo visti. Ti sono e sarò per sempre grato per la tua amicizia, per la tua purezza e per la tua genialità, per gli esempi che mi hai trasmesso e per le emozioni che restano scolpite nei nostri cuori ed in quelli di un popolo, quello napoletano, che ti ha amato come nessuno mai. Sei eterno e la tua storia continuerà ad emozionare tutti gli amanti del calcio. Mi manchi, un abbraccio forte. Ti voglio bene.
Ferrara: "Riesco a sentirti ancora quì. Come si sta bene vicino a te"
Ho viaggiato fino a te, fino alle tue radici. Cercavo l’abbraccio più stretto, perché, nel giorno del tuo compleanno, ho voluto starti vicino una volta di più. Sono venuto a casa tua, per respirare l’aria del tuo cielo. Casa è la parola più bella che ci sia, non è semplicemente un luogo, ma è dove la vita scorre. Ho immaginato di vederti qui, dove ora sto io. Ti affacciavi a quella piccola finestra? Correvi fuori per giocare a pallone nella strada? Anche se qui la povertà urla tutta la sua miseria, c’è rumore di gioia e fame di sogni. Come si sta bene vicino a te, amico mio. Da quel brutto giorno, riesco a sentirti ogni volta, e a riparare a poco a poco un cuore andato in pezzi.
Carmando: "Ho avuto la fortuna di viverti, di deliziarmi della tua umanità"
Sai Diego, due anni senza di te io li ho trascorsi con te, mettendo a posto - sempre e in ogni momento - tutti i ricordi di quel tempo che ci hai regalato. C’è sempre spazio per nuove immagini dei nostri sette anni assieme con il Napoli, del Mondiale che ho vissuto al tuo fianco nel 1986, quando hai sbalordito il mondo intero: ma le pagine più belle, sono le mie e anche le tue e quindi sono le nostre, rappresentano il sentimento puro e disinteressato dell’amicizia, quelle maschere che mi dedicavi - condite con le “parolacce” che ti avevo insegnato - e che esprimevano tutto ciò che provavi nei miei confronti e che avvertivi io provassi nei tuoi. Io dall’anniversario sfuggo, lascio che passi fingendo di non farci caso, ho avuto la fortuna di viverti davvero, di deliziarmi della tua umanità: è un patrimonio che mi porto appresso, Diego, e che tengo per me, come se tu fossi qua, come se non fossi mai andato via, come se stessi sempre per venirmi a dare un bacio sulla fronte come facevi prima che cominciasse ogni partita. Chi ama non dimentica hanno scritto da qualche parte, Diego. Noi possiamo dircelo, nel candore di quegli anni che sono dentro di me e provano a bruciare la sofferenza che aggredisce. Il tuo Salvatore sta sempre qua, nostro Salvatore delle anime.