MADRID (SPAGNA) - Clamorosa rivelazione al quotidiano spagnolo "Marca", Diego Armando Maradona poteva essere salvato. A rivelarlo è stato sempre l'avvocato dell'ex infermiera del Pibe De Oro, Rodolfo Baqué, il quale ha difeso l'operato della sua assistita: "Maradona ha licenziato l'infermiera perché era un impedimento al consumo, non poteva nemmeno dargli il farmaco. Ha fatto solo quello che le dicevano medico e psichiatra. Diego era un paziente tossicodipendente, prendeva pillole solo per la sua prescrizione psichiatrica. Questo gli faceva battere il cuore. Il suo cuore era sottoposto a uno sforzo extra e non c'era controllo su quello sforzo extra. Il suo cuore avrebbe potuto continuare a funzionare, ma è stato forzato da farmaci psichiatrici e non è stato curato per questo. C'era sconsideratezza o negligenza".
Baquè: "Colpa di medico e psichiatra"
L'avvocato non si è risparmiato quando ha dovuto puntare il dito sui responsabili della scomparsa della leggenda del calcio: "Maradona non aveva una casa sua dove andare dopo aver lasciato l'ospedale. Diego sarebbe vivo oggi, nessuno sa quando il suo battito cardiaco è aumentato e i responsabili sono i medici curanti: Luque e psichiatra". Proprio il medico personale di Maradona, dottor Leopolo Luque, è sotto investigazione.