PARMA - Questa, i Crociati, non se l’aspettavano proprio. Hanno scoperto che anche i Vichinghi fanno il tifo per loro. Parola di Heimir Hallgrimisson, ct dell’Islanda, ospite del Parma al Tardini per preparare l’eliminatoria mondiale con la Croazia, in programma domani sera a Zagabria. «Abbiamo ricevuto un’accoglienza meravigliosa - ha ringraziato il Ventura di Reykjavik - Siamo stati trattati come star e siamo molto riconoscenti alla società e a questa splendida città, dove speriamo di tornare e di cui siamo diventati fan». Non male, detto dal selezionatore della Nazionale che cinque mesi fa, in Francia, fece impazzire il mondo, conquistando tutti con il gioco; con i risultati (seconda nel girone, venne eliminata dai transalpini nei quarti di finale); con i tifosi trasferitisi in massa nell’Esagono (30 mila su una popolazione di 330 mila abitanti), con la loro civiltà diventata virale sul web grazie a quegli applausi ritmati a fine partita e scanditi da Aron Gunnarsson, il capitano.
GEYSER-SOUND AL TARDINI - Ma, a Parma, il protagonista è stato il terzino Ari Freyr Skulason, 29 anni, difensore del Lokeren. Il suo cognome, nel dialetto di Pieve di Cento si scrive «sculason» e non è difficile indovinare che cosa voglia significare. Che cosa c’entra Pieve di Cento? C’entra, c’entra. Con tamburi, maschere e il geyser-sound colonna sonora dell’allenamento, i tifosi ferraresi dell’Islanda hanno raggiunto il Tardini, chiedendo selfie e autografi allo stupitissimo nazionale di Reykjavik. Informandolo di come sia partita una petizione sul web per attribuirgli la cittadinanza onoraria di Pieve di Cento.
TUTTI I NOMI - La cittadinanza onoraria di Parma, invece, la meritano Guido Barilla, Giampaolo Dallara, Mauro Del Rio, Marco Ferrari, Angelo Gandolfi, Giacomo Malmesi e Paolo Pizzarotti: sono i sette uomini rigorosamente Parma doc che hanno rifondato la società dopo il disastroso fallimento da 200 milioni, datato ufficialmente 19 marzo 2015. Insieme con loro, “Parma partecipazioni calcistiche”, l’azionariato diretto presieduto da Corrado Cavazzini, a capo dei sottoscrittori del 23% del capitale sociale; Nevio Scala, presidente; ; Luca Carra, amministratore delegato; Alessio Paini, segretario generale; Christian Povolo, segretario; Giulio Pasta, responsabile medico; Raffaele Ballini, medico sociale; Giovanni Manzani, responsabile organizzativo settore giovanile; Stefano Perrone, delegato alla sicurezza; Gabriele Majo, capoufficio stampa; Giuseppe Squarcia, social network e dirigente di collegamento con i tifosi; Mattia Incannella, responsabile commerciale; Jonathan Greci, brand & digital marketing manager; Luca Vascelli e Mattia Pin dell’ufficio commerciale; Costanzo Peracca, assistente direzione generale; Gianpietro Falini, responsabile amministrazione; Sabrina Gatti, ufficio amministrazione; Andrea Monica e Christian Dao, scouting settore giovanile; Mirco Lori e Matteo Priori, magazzinieri; Corrado Sani, responsabile biglietteria, Gaetano Improta, ufficio commerciale; Bettina Rossi, biglietteria.
CHIAMATEMI NEVIO - Bisogna fare tutti i nomi per capire come i Crociati abbiano rialzato la testa in meno di due anni, grazie a uno straordinario gioco di squadra. Racconta Scala, l’allenatore dell’età dell’oro (1989-1996, 1 Coppa delle Coppe, 1 Coppa uefa, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa Europea) diventato presidente: «Siamo come neonati, abbiamo un lungo percorso da coprire, ma sappiamo dove vogliamo arrivare. E ci arriveremo se ce lo saremo meritato. I tifosi hanno capito chi siamo e che cosa vogliamo. I nostri sostenitori in serie D si sono abbonati in 10.500; in Lega Pro quasi in 10 mila. Noi siamo il calcio pulito, senza sotterfugi e senza privilegi. Non siamo scienziati del calcio, passo dopo passo stiamo facendo conoscenza con un campionato tutto nuovo per noi qual è la Lega Pro. Ci vogliono tempo e pazienza per risalire. Ma, se mi volto indietro, credo che ciò che abbiamo fatto sia stato qualcosa di incredibile». Parma è una città deliziosa che in questi anni ha dovuto fare i conti con il crac del calcio, il crac Parmalat, gli scandali e le vicende giudiziarie dell’amministrazione pubblica. Basta fare un giro in città per capire subito come il prepotente rilancio sportivo dei Crociati sia vissuto quasi fosse una palingenesi. Annota Scala: «La gente mi ferma e fa: mister, che bello quando c’era lei. Ci riporti dove meritiamo di stare». La chiamano ancora mister, signor Scala? Ma non è mica diventato presidente? Lui ride: «Chiamatemi Nevio, così facciamo prima».
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