Nations League, trappola mondiale: ai quarti o il ranking, Spalletti non ha scelta

Al di là del valore della competizione che ci ha sempre visto protagonisti c'è l'impatto sulle qualificazioni 2026: gli scenari
Fabrizio Patania
5 min

Ci mancava la Nations dentro l’estate azzurro tenebra di Spalletti: la competizione voluta e aggiunta dall’Uefa a un calendario già intasato, si è trasformata in un’autentica trappola verso il Mondiale 2026, distante per modo di dire. Due anni volano, i risultati pesano e possono complicare il cammino verso Usa, Messico, Canada. Le prime due dei quattro gironi di Lega A della Nations si presenteranno da teste di serie al sorteggio del percorso iridato di qualificazione (13 dicembre data ufficiosa, non ufficiale). Le altre quattro teste di serie (per un totale di dodici, una per gruppo) verranno pescate tra le migliori nel ranking Fifa, da tenere sotto controllo. Si tratta di una ripartenza faticosa, lo sapevamo, ma non così tanto. Queste sono partite pesantissime. Per una volta, dovendo ricostruire e sperimentare, sarebbero servite le vecchie e contestatissime amichevoli. Girone tosto. Ci toccherà tenere dietro Israele e soprattutto una tra Francia e Belgio per proiettarci con maggiore serenità al prossimo biennio. Le eliminazioni ai playoff di Ventura (Russia 2018) e di Mancini (Qatar 2022) sono cicatrici profonde. Conta il momento, delicatissimo. Lucio deve rialzare l’Italia, blindare la panchina e allontanare i fantasmi che aleggiano intorno a Via Allegri nell’imminenza delle elezioni. Ha bisogno di plasmare il futuro e costruire la nuova Nazionale, provando a spianare il cammino verso il 2026. 

Nations, la formula del torneo 

Quarta edizione, nelle precedenti tre con il ct Mancini siamo arrivati due volte alle Final Four. Nuova formula. L’Uefa ha introdotto i quarti di finale, a cui si qualificano le prime due. La terza è costretta ai playout salvezza per evitare di sprofondare in Lega B. La quarta viene eliminata e retrocede subito. Sarebbe un’onta. Nel ranking Fifa (togliendo Argentina, Brasile e Colombia che ci precedono) occupiamo il settimo posto tra le nazionali europee. Israele occupa il trentasettesimo, ma il moltiplicatore e le oscillazioni in base ai risultati di ogni partita sono più consistenti rispetto al ranking Uefa (Italia seconda e Israele dodicesima), soprattutto quando vinci con una squadra che sta sopra in classifica. Un ko lunedì a Budapest, ad esempio, peserebbe di più rispetto a una sconfitta a Parigi. Non c’è solo questo. 

La missione dell'Italia di Spalletti 

Il percorso verso il 2026 scatterà a marzo, a giugno oppure a settembre del prossimo anno. Dipenderà dal cammino in Nations. Un’Italia ai quarti oppure ai playout comincerebbe a giocare per il Mondiale a fine campionato. Qualora Spalletti portasse gli azzurri in Final Four se ne riparlerebbe nel settembre 2025. Occhio ai gironi mondiali, 55 federazioni in attesa di capire se verrà confermata o meno l’estromissione della Russia: sulla carta 7 gironi da 5 squadre e 5 da 4, altrimenti diventeranno 6 e 6 per un totale di 54 nazionali. Entrando da teste di serie in un girone da 4 squadre sarebbero solo 6 partite di qualificazione mondiale nel trittico settembre-ottobre-novembre 2025. Il dato principale da analizzare è un altro. Lucio deve totalizzare più punti possibili in Nations e strappare la qualificazione ai quarti, evitando di legarsi al ranking Fifa. Un posto sui quattro disponibili potrebbe già essere dell’Inghilterra, retrocessa (per mano degli azzurri) nella precedente edizione di Nations in Lega B. Oggi ci precedono anche Francia, Spagna, Belgio, Olanda e Portogallo ma siamo davanti (di poche lunghezze) a Croazia, Germania, Svizzera, Danimarca e Austria. Bisogna resistere e mantenere la posizione. Il ragionamento cadrebbe eliminando Belgio o Francia. Mica facile.  


© RIPRODUZIONE RISERVATA