Spalletti, buoni propositi e una pazza idea

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Italo Cucci
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Povero Luciano, rieccolo con i “nemici” dei media ai quali ha confessato di aver passato una brutta estate dopo la batosta degli Europei. Ma a parte il dolore per quella figuraccia in Germania e i veleni dei social («Non ho mai avuto una squadra così rinunciataria») credo che l’afflizione massima sia stata quella di ricevere tre telefonate alla settimana dal presidente federale. Gravina non è scortese o minaccioso, anzi, ma quando non vuole infierire con termini sgarbati si limita a telefonare un “come stai?”, “ti è passata?”, “sei pronto a ricominciare?”- ammesso che si diano del tu. Ricordo il mio capocronista quando tornai dall’esame che mi aveva fatto diventare professionista: «Adesso possiamo darci del tu!» - mi disse magnanimo. E io: «Vaffanculo!». Ma Luciano non può fare il Grillo, l’ho visto - l’ho sentito - spaventato. La sua risatella non è quella romana o napoletana, sgargiante, sfottente, sicura, somiglia piuttosto a un riso rictus. È attento anche a quel che non dice, evita polemiche anche se a dire il vero non era lì a fare il San Sebastiano: poche le frecciate, e gentili.
È scivolato tuttavia sul dettaglio più importante, quando ha detto di non capire la differenza fra Allenatore e Selezionatore: in altri tempi si sarebbe scaldato, magari con un “lei non sa chi sono io” come dire un Valcareggi qualsiasi - che comunque un Europeo lo vinse, nel ‘68 - come un Mancini qualsiasi nel ‘21. Ma si è tradito quando ha confessato il suo (unico?) errore: aver cambiato modulo in partita. «Non lo farò più, 3-5-2, 3-5-2!». Così va meglio, Luciano. Bearzot fece una squadra e quella vinse, alla faccia di chi gli chiedeva cambiamenti. Niente ripensamenti (tranne quell’uscita forzata di Ciccio Graziani nella finale mondiale).
È contro questo spavento che dovremo lavorare anche noi, scaduto il tempo del “tutti a casa” (anche se l’8 settembre non è lontano, fra Francia e Israele) cercando tutti insieme di riacchiappare un Mondiale dopo due salti.
Ho ritrovato uno Spalletti più intimo e sereno quando, parlando di mercato, a proposito degli incerti destini dei calciatori, ha detto: «Giocare con una squadra quando si è in trattativa con un’altra è un po’ come fare l’amore con una donna pensando a un’altra…». Vecchio Luciano, anche tu hai amato Patty Pravo, “Pazza idea di far l’amore con lui/ pensando di stare ancora insieme a te”. Tienla cara, prima o poi una pazza idea dovrai averla anche tu.


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