Camarda e i suoi fratelli, la bellezza dell'Under 17 conferma: il calcio italiano ha molti talenti, purché giochino

Il 5 giugno a Cipro la selezione del ct Favo contende il titolo europeo al Portogallo: dopo l'Europeo Under 19 e i vicecampioni del mondo Under 20, una nuova dimostrazione della ricchezza serbatoio nazionale nonostante l'inflazione stranieri in Serie A. Ma troppi club preferiscono buttare soldi all'estero, indebitandosi
Camarda e i suoi fratelli, la bellezza dell'Under 17 conferma: il calcio italiano ha molti talenti, purché giochino© figc
Xavier Jacobelli
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Per la quarta volta nella sua storia, l'Italia Under 17 si giocherà il titolo europeo. Accadrà il 5 giugno a Larnaca, Cipro, dove la squadra del ct Massimiliano Favo affronterà il Portogallo nella gara decisiva per il successo in una competizione che l'Italia ha sfiorato nel  2013, 2018 e 2019. Questa è l'occasione buona per sfatare il tabù della finale e il  brillante cammino dei giovani azzurri legittima la fiducia. Tuttavia, indipendentemente dall'esito del confronto con l'eccezionale scuola lusitana, una considerazione s'impone: riguarda la prolificità del vivaio italiano, ricco di talenti, ad onta dell'inflazione straniera che in Serie A, nel campionato appena terminato ha registrato una presenza media oscillante tra il 63 e il 65% in ogni giornata del torneo.

Under 17, le parole di Favo 

È per questo che sono particolarmente significative le parole di Favo, pronunciate stamane a "Radio anch'io lo sport", su Rai Radiouno: "La nostra è una squadra tecnicamente molto valida, che ha nel Dna un calcio che abbina qualità e allo stesso tempo una cultura europea. Il Portogallo è forte, ma noi siamo l'Italia e dobbiamo portare a casa finalmente qualcosa. Spero di poter regalare una gioia al Club Italia, che da anni lavora con un criterio di valutazione eccezionale. La vittoria europea dell'Under 19 nel 2023, il secondo posto mondiale under 20 e questa finale dimostrano come ci sia un gran lavoro che stiamo mettendo a frutto. Camarda, Longoni, Liberali, Mosconi, Coletta e gli altri azzurri a Cipro stanno facendo cose splendide". A proposito dell'attaccante milanista, Favo ha osservato: "Sono sempre restio a parlare dei singoli. Camarda? Ha davanti a sé un buon avvenire, ha già esordito in Serie A, però anche anche lui deve migliorare molto. A quest'età i giocatori vanno tenuti con le orecchie basse, è più facile rovinarli che portarli al livello che noi vogliamo. Abbiamo bisogno di attaccanti di spessore per il futuro della Nazionale. Nella nostra squadra di talenti ce ne sono tanti: il capitano Mosconi; Liberali, autore dello splendido gol con gol contro l'Inghilterra. Stiamo lavorando per il futuro e le sensazioni sono molto positive. Eravamo convinti di fare un ottimo Europeo".  Decisamente da sottoscrivere la considerazione finale: "Bisogna avere più coraggio nell'aspettare i giovani. Molte volte si fanno esordire e poi si emettono subito sentenze. Ci sono passato anch'io da calciatore. I ragazzi, invece, vanno aspettati. Bisogna pensare più al prodotto nostro che agli stranieri, anche in funzione della nostra Nazionale, cambiare mentalità e dare loro la possibilità di sbagliare e crescere. Purtroppo, i nostri giovani li aspettiamo poco. Il calcio italiano è esterofilo: lo straniero viene aspettato di più rispetto all'italiano e ancora di più al giocatore del posto, al quale non si perdona niente. Da napoletano, so che i più grandi problemi li hanno avuti i giocatori napoletani a Napoli, così come i romani a Roma. Nemo propheta in patria, si dice. Per fare una battuta, si aspetta più Favinho rispetto a Favo. Invece bisogna aspettare anche i nostri prodotti, perché credo che gli Antognoni, Totti, Del Piero, Pirlo ce li hanno invidiati tutti. I grandi campioni li abbiamo avuti anche noi e prima poi torneranno, se li aspettiamo". Favo ha parlato come un libro stampato.


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