Retroscena Spalletti, ha scritto alla lavagna i sei comandamenti per l’Italia

Il ct sta lavorando con la squadra ripetendo i suoi principi guida: ecco quali sono
Fabrizio Patania
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INVIATO A FIRENZE - Sono i comandamenti di Spalletti. Ecco come dovrà giocare l’Italia, i principi guida del calcio moderno a cui ispirarsi durante l’Europeo. Il ct li ha fissati, anzi scritti, alla lavagna. Li ripete come un mantra, sono concetti di cui parla da mesi e fanno parte del suo modo di raccontare le partite, gli allenamenti, quello che vorrebbe vedere in campo. Sta provando a entrare nella testa degli azzurri. La Nazionale dovrà provare ad attenersi a quei principi, messi nero su bianco e scoperti per caso, entrando ieri in Aula Magna per la conferenza di Calafiori. La riunione tattica tenuta prima dell’ora di pranzo con la squadra verteva sul modo di tenere il campo e interpretare i momenti della partita. Il glossario di Lucio si è aperto davanti ai nostri occhi, diventando un documento. La tavola con le sue leggi da allenatore, divisa in sei capitoli. «I nostri comandamenti». Le cose che fanno la differenza nel calcio moderno. Eccole qui, provando a spiegarle.

1) La pressione continua

E’ l’impronta di Spalletti da quando guida e dirige la Nazionale. Riconquista “alta” del pallone. Andare avanti con coraggio. La pressione continua è il primo punto del suo piano di gioco. Ha una valenza emotiva. Pressare significa anche “togliere fiducia” agli avversari. Faccia tosta e spavalda.

2) Controllo del gioco

Si può e si deve indirizzare la partita attraverso la “gestione della palla”. La fisicità e la scocca servono per assaltare gli avversari e andare a recuperare palla, ma la tecnica, la precisione e un buon fraseggio garantiscono il controllo del gioco.

3) Legati

Distanze di squadra, corti, vicini. Spalletti raccomanda agli azzurri la compattezza tra i reparti. L’Italia, durante il girone di qualificazione, tendeva ad “allungarsi” sul campo. Un aspetto da migliorare all’Europeo, fondamentale per l’equilibrio tattico. Le distanze aiutano a recuperare palla, ad assorbire meglio e non esporsi in campo aperto alle ripartenze.

4) Riaggressione feroce

Gli azzurri, perso il pallone, dovranno cercare di riconquistarlo velocemente. La ferocia, la voglia di attaccare e di pressare hanno un significato emotivo, di prevalenza. La densità e le distanze corte aiutano.

5) Ricomposizione

«Tornare a casa», scrive Spalletti. E’ la fase successiva. Se perdi la palla e non sei nella condizione di poter riaggredire e riconquistarla velocemente, devi rientrare. Tornare a casa significa ricomporre il blocco squadra, riprendere le posizioni, coprire gli spazi, sistemando la fase difensiva e ricompattandosi dietro la linea di attesa.

6) Ordine, studio e preparazione

È l’ultimo punto e riporta al primo nella catena dei comandamenti. Quando ci siamo riorganizzati e la squadra ha ritrovato il suo ordine tattico, si torna a pressare. Lucio, un martello, ha chiesto agli azzurri di cominciare a vedere qualcosa di buono, in questa direzione, domani al Dall’Ara di Bologna. La Turchia è subito un bel test sulla strada verso Dortmund.


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