Le richieste di Spalletti all’Italia: squadra compatta, scelte riconoscibili di gioco, conservando un buon possesso palla. Vietato allungarsi sul campo, altrimenti diventerebbe una serata complicatissima, per non dire di peggio. È una missione ambiziosa, a cui il ct si avvicina con enorme curiosità, anche per il tipo di formazione provata ieri mattina durante la rifinitura di Coverciano. Il turnover era previsto, forse non così massiccio. Sarebbero confermati solo Donnarumma, Barella e Berardi. Otto cambi rispetto alla serata di Bari, il debutto di Udogie dal primo minuto, Scamacca centravanti, Cristante in regia e una linea totalmente cambiata. Di Lorenzo, Scalvini, Acerbi e il terzino del Tottenham al posto di Darmian, Mancini, Bastoni e Dimarco che erano partiti titolari con Malta.
La scocca dell'Italia
Spalletti ha scelto la fisicità, ma il piano tattico dell’Italia passerà da un buon palleggio, dagli inserimenti di Frattesi (quattro gol nelle ultime tre partite), dall’entusiasmo di Udogie, dal sinistro dolcissimo e dai colpi di Berardi, dalla corsa di El Shaarawy sulla fascia sinistra. Conta la scocca a livello internazionale, ma anche e soprattutto la qualità. Servirà la precisione e l’equilibrio di Cristante, preferito in cabina di regìa a Locatelli. Una partita a testa, come era capitato nel ciclo settembrino. Il centrocampista della Roma era stato impiegato in Macedonia. Questa volta dovrà proteggere due centrali come Scalvini e Acerbi, di buon piede, abituati alla difesa a tre. Le distanze corte tra i reparti aiuteranno l’Italia a non esporsi alle volate di Bellingham. La traccia svelata da Di Lorenzo, portato in conferenza al posto di Gigio Donnarumma, che ha ereditato la fascia da Immobile (indisponibile) e aveva già parlato al San Nicola. «Non abbiamo pensato soltanto a lui, ma a come gioca l’Inghilterra. Ci siamo preparati bene. Hanno grandissime individualità, ma anche noi siamo forti. Dobbiamo dimostrarlo. È un bel test per vedere a che livello siamo. La partita passerà dalla qualità nostra quando avremo la palla» ha confessato il capitano del Napoli.
Bellingham pericolo numero uno
Spalletti si aspetta il 4-3-3 dell’Inghilterra e le solite rotazioni del centrocampo. Bellingham, nelle fasi in cui si muoverà da trequartista, dovrà superare un argine come Cristante, ma quando il possesso palla toccherà agli azzurri dovrà scappare e inseguire Frattesi, che non ha la stessa tecnica pulita ma una velocità di passo e di resistenza persino superiore. L’interista è un divoratore di campo. Non lo vedi nemmeno e ha già raggiunto l’area di rigore avversaria. Sembra più audace la scelta del centravanti, non perché si dubiti del valore di Scamacca, ma per il suo stato di forma: ha giocato pochissimo dopo la scorsa stagione (condizionata da un infortunio al ginocchio) e appena 71 minuti in seguito allo stiramento che lo ha tenuto fermo sino all’inizio di ottobre, però ha la scocca e la statura per fare a sportellate con Maguire e Stones. Mancini a San Siro, un anno fa, vinse con il centravanti dell’Atalanta e Raspadori in coppia per un inedito 3-5-2. Spalletti non varierà modulo: 4-3-3 ma sulla fascia sinistra conterà sul dinamismo e l’ecletticità di El Shaarawy, il Faraone della Roma, convocato in nazionale dopo due anni, abituato da Mourinho anche alle rincorse da terzino.