Quando Mancio allarga le braccia

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Quando Mancio allarga le braccia© LAPRESSE
Ivan Zazzaroni
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Giochiamo ‘sta finalina e subito dopo proviamo qualcosa di diverso, di realmente nuovo e fresco: questo mi sento di dover suggerire a Mancini. Mi chiedo inoltre fino a quando Roberto resisterà sulla panchina della Nazionale, dal momento che mi sembra gli sia venuto a mancare il piacere del ruolo: il calcio che vede esprimere dai suoi - e che ogni volta giustifica - è assai distante da quello che insegue. Non a caso il movimento che da tempo gli riesce più naturale è l’allargamento delle braccia che precede le spalle rivolte al campo e l’occhiata ai collaboratori. Con la Spagna non abbiamo perso male, ma abbiamo perso. Solo a tratti ho rivisto l’Italia dell’Europeo vinto a sorpresa, ma con merito. La stessa applicazione, la stessa voglia di fare, gli stessi errori anche e lo stesso Donnarumma. Questione di spirito, più che di uomini, almeno nell’occasione. Che la Spagna fosse più forte di noi lo sapevamo anche prima: purtroppo a Enschede è mancata proprio la sorpresa. Mi è piaciuta la maglia celebrativa dei 125 anni della Federcalcio che, fatti due conti, ne ha undici meno di Bonucci, Toloi, Acerbi e Immobile messi insieme: per arrivare a 125 in chiave spagnola servirebbero invece 7 Gavi oppure 5 Yéremi Pino e mezzo.

Tutto molto italiano

Perfino l’atteggiamento degli azzurri ho trovato in linea con la partita e rispettoso delle differenze di qualità: coperture dichiarate (le topiche non sono mancate, in primis quella di Bonucci che ha favorito l’1-0 di Yéremi Pino), tanta corsa e contropiede, tutto molto italiano, così naturale. Le caratteristiche di Barella, Zaniolo e Frattesi erano funzionali alle uscite rapide e agli inserimenti. Anche l’ingresso nella ripresa di Dimarco andava nella stessa direzione. Solo che proprio nella seconda parte la Spagna si è messa a giocare come sa, a palleggiare con rapidità e precisione e s’è presa il campo e la vittoria. L’oriundo Retegui è rimasto seduto anche quando Immobile è uscito per far posto a Chiesa e Zaniolo si è dovuto accentrare. Se mi passate la battuta, in quel momento avrei preferito il “falso” italiano al falso nueve. PS. Invito le tifoserie di tutto il mondo a evitare, se possibile, la ola allo stadio. Al mio amico Caressa non piace, la considera più vecchia, insopportabile e fuori contesto delle vuvuzelas di Sudafrica 2010. Che - confesso - a Johannesburg e Capetown non mi disturbarono affatto. Le ricordo ancora con tanta simpatia.


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