VADUZ - Roberto Mancini pensa già al futuro e alla crescita dell’Italia in vista dell’Europeo 2020 e dei Mondiali del 2022, ma questo non vuol dire che snobberà il match di domani sera contro il Liechtenstein perché vuole fare 30 punti nel girone ed essere testa di serie ai sorteggi.
Mancini, qual è il prossimo step che l’Italia deve fare?
Mi piacerebbero tante cose, ma soprattutto far giocare chi ha giocato di meno, trovare qualche giovane per il dopo Europeo e fare 30 punti per essere teste di serie al sorteggio. E’ quest'ultimo l’obiettivo più importante e dobbiamo fare il massimo fino alla fine del girone di qualificazione all’Europeo.
Ha voglia di vedere come reagisce questa Nazionale di fronte a un momento di difficoltà?
Se fosse possibile no (ride). Abbiamo rischiato un po’ a volte e qualche difficoltà c’è stata. Mi farebbe piacere giocare contro squadre del nostro livello, ma partite scontate nel calcio non ce ne sono. All’Europeo ci saranno più difficoltà. Per noi è meglio trovare squadre che sono aperte e giocano e all’Europeo vedremo cosa succederà. A parte la Francia che è campione del mondo ed è giovane e con talenti, il resto delle nazionali ha elementi bravi, ma non… Messi.
Domani sera può raggiungere Pozzo a quota 9 vittorie di fila. Che sensazione le dà?
Sono distante da lui una vittoria e… due Mondiali. Pozzo è un mito ed è inutile parlare di questo.
Non ha mai alzato la voce e si è sempre guadagnato senza chiederlo il rispetto. Al di là delle due amichevoli, cosa vuole chiedere ai club o alla Figc?
I giocatori giocano diverse partite e chiedere uno stage non ci cambierebbe niente. Se potessi chiedere qualcosa di più, vorrei anticipare la fine del campionato per far riposare un po’ i ragazzi, ma non è possibile quindi non chiediamo niente. Aspettiamo le amichevoli di marzo e poi quelle prima prima dell’Europeo.
Belotti è una seconda scelta?
Assolutamente. Lui e Immobile partono alla pari, sono tutti e due bravi e non cambia molto se gioca l’uno o l’altro. Non c’è una gerarchia in quel ruolo.
Per festeggiare la qualificazione ci dà la formazione titolare?
Penso di cambiare molti giocatori. Qualcuno sicuro? Sirigu, Belotti, Zaniolo, Izzo o Di Lorenzo, Romagnoli dipende da come starà, uno tra Grifo ed El Shaarawy, più Biraghi. Non vorrei cambiarli tutti. Jorginho? Vediamo.
C’è un allenatore che l’ha ispirata nel suo processo di crescita come tecnico?
Noi siamo umani e facciamo errori in continuazione. Uno migliora facendo errori e non ripetendoli più. Ogni giorno è importante per migliorare e serve per insegnare a questi ragazzi. Non ho avuto tanti allenatori: solo due e per tanti anni ovvero Boskov ed Eriksson. E’ chiaro che mi ispiri a loro.
Che insidia nasconde la gara di Vaduz?
Si dà tutto per scontato e probabilmente è così, ma ci sono state squadre di blasone che in passato in Coppa Italia sono state eliminate da formazioni di Serie C. Cambiare tutta la squadra potrebbe creare dei problemi e non vogliamo prendere la partita sotto gamba. Qui ultimamente loro non hanno preso goleade e troveremo una squadra chiusa. Le difficoltà ci sono sempre.
Ha dato più libertà ai giocatori in nazionale e forse anche lei è cambiato da ct rispetto a quando allenava nei club. Perché lo ha fatto?
Quando i giocatori vengono da noi dopo una partita e fanno 3 giorni di allenamenti intensi a Coverciano è giusto anche lasciarli liberi un po’ di più. La mentalità inglese non mi ha contagiato perché noi siamo italiani e siamo diversi. Noi prendiamo questi ragazzi 10-12 giorni il mese e non possiamo metterli in forma, ma dobbiamo tenerli in condizione senza spingere troppo in allenamento. Lavoriamo sulle cose tattiche e stop. La libertà in Italia l’hanno sempre avuta e non è una cena in più o in meno che cambia le cose.