ROMA - Doppio passo e se ne va. Per i tifosi della Roma la rima è baciata e si chiude sempre con “Vincent Candela”. Il campione d’Italia del 2001, il campione del Mondo del 1998, il terzino con i piedi da trequartista che con Totti parlava una lingua universale e che la maggioranza dei tifosi ha eletto come il miglior sinistro della storia romanista. Una bandiera. Una rarità da queste parti per uno proveniente dalla terra di Voltaire e Monet. Un francese guascone, non di quelli antipatici alla Domenech per intenderci, anzi un francese romano come quelli raffigurati da Alberto Sordi ne Il Marchese del Grillo. Perché dal gennaio 1997, quando sbarcò a Roma dal Guingamp su intuizione di Franco Sensi e Giorgio Perinetti, Candela nella Capitale ci ha messo le radici e ci vive tutt’ora. E nella Città Eterna il numero 32 per eccellenza ha disputato tra campionato e Coppa Italia ben 19 derby spalmati su 8 anni e così ripartiti: sette vittorie, sei pareggi e sei sconfitte. La Lazio è diventata la squadra più affrontata da Vincent e anche quella più “detestata”. Non solo per la storica rivalità cittadina, ma anche perché molti di quei derby valevano scudetti, qualificazioni in Champions o passaggi del turno in coppa. Oggi Candela si gode il derby da casa anche se non sarà la partita di una volta visti gli spalti deserti. Vincent, papà di quattro figli, è diventato un talentuoso ristoratore e un osservatore attento nello staff della nuova agenzia di procure calcistiche aperta dal capitano Francesco Totti.
Quale è stato il suo derby del cuore, quello al quale è più affezionato?
"Di sicuro nel 2002 quello del 5-1 con quattro gol di Montella e il pallonetto di Totti, è stato il derby che abbiamo giocato meglio tra due squadre che all’epoca erano fortissime. È la stracittadina che ricordo con più affetto. Il più brutto invece è stato il quarto di fila perso con Zeman nella stagione 1997- 1998. Fu una mazzata. Io mi sono legato subito al popolo di Roma e so quanto i tifosi ci tenevano a fare bene contro la Lazio".
Mancheranno i tifosi ma il derby è sempre stato spettacolo sugli spalti. Quale coreografia ricorda più di altre?
"Se chiudo gli occhi me ne viene subito in mente una, ma non giocavo più. Da calciatore ne ho viste tante geniali, spettacolari e bellissime dei nostri tifosi, ma quella che mi ha toccato più il cuore l’ho vissuta in tribuna. Mi riferisco a quella con tutti i capitani esposti con gli stendardi in Curva Sud nel 2015. È stato davvero emozionante. Poi ricordo con grande divertimento gli sfottò botta e risposta tra una curva e l’altra. Il derby è sfottò, è bello per quello. Mancheranno tanto i tifosi in questa partita, loro sono importanti anche quando fischiano".
Quale avversario della Lazio avrebbe voluto nella Roma nei derby?
"Avrei voluto Alessandro Nesta. Uno dei difensori più forti di tutti i tempi oltre che una persona umile, da ammirare e che ho avuto modo di conoscere a fine carriera. Anche se contro di noi andava spesso in difficoltà. Delvecchio lo ha fatto sudare parecchio, ma era un campione e di lui ho un ricordo molto bello".
I suoi erano derby da vertice, giocati con squadre zeppe di campioni. Oggi la Roma è tornata competere, è pronta per lo scudetto?
"Io non sono uno scaramantico e dico 'perché no?'. L’avevo detto già a inizio stagione e non oggi che magari può sembrare più facile visto che la Roma è terza. Per me solo la Juve e l’Inter hanno valori individuali migliori in Serie A, ma in un anno strano può capitare di tutto. Le qualità della squadra di Fonseca sono evidenti e si sono viste anche domenica scorsa con l’Inter nonostante non sia stata la migliore Roma della stagione. Ora bisogna però fare bene anche nei big match. I derby degli anni 2000, quelli che ho giocato io erano drammaticamente belli e importanti ma era un po’ tutto il calcio italiano a essere più forte, era un campionato più difficile".
Ma il derby resta sempre la sfida più emozionante?
"Il derby è la partita più importante per la città, c’è tutto l’amore e la sofferenza del suo popolo. Anche le battaglie con la Juve erano belle e tirate. Quando giocavo io erano tante le partite importanti ed emozionati. Dipende per cosa lotti".
Se potesse regalare a Fonseca in vista del derby un giocatore della sua Roma?
"A parte me (ride, ndr) direi il Capitano Totti e Delvecchio che al derby si scatenava sempre e faceva sempre brutti scherzi alla Lazio. Ma anche i giocatori che ha Fonseca possono bastare. Penso a Dzeko o Mkhitaryan".
Oggi cosa fa Vincent Candela?
"Innanzitutto ho uno splendido ristorante a Monte Compatri che spero di riaprire a pieno regime appena passato il Covid. Poi sono consulente per l’agenzia di Francesco Totti e inoltre collaboro sempre con Roma Tv e Roma Radio. Ah e poi gioco a Padel. Oh sembra che non combino niente e invece a 47 anni guarda quante cose ancora mi ritrovo a fare!".