Vicenza, quella storica Coppa Italia

La squadra allenata da Francesco Guidolin si aggiudicò da outsider l'edizione 1996-97 del trofeo nazionale
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Una favola da raccontare ai più piccoli, a chi ancora non c'era o non è aiutato dalla memoria: il cammino trionfale del Vicenza nella stagione 1996-97. Un'impresa ulteriormente rafforzata se si pensa al caos che travolse il club durante quell'annata. I vertici della società cambiarono più volte in seguito al sequestro delle azioni della Otto S.r.l, finanziaria a capo della società. Una situazione che avrebbe sminuito qualsiasi ambiente ma che in quel caso, forse, stimolò un gruppo di uomini che superarono ogni aspettativa: questa è la storia che ci piace raccontare. Il direttore d'orchestra è un giovane Francesco Guidolin, giunto sulla panchina vicentina due anni prima, per riportare il club nella massima serie dopo 16 anni di assenza. Si capisce fin da subito che i biancorossi hanno tutte le carte in regola per ripetere l'ottima annata precedente, quando, trascinati dai gol del bomber Otero, si erano piazzati a soli 5 punti dalla zona Uefa. È proprio il ragazzo di Montevideo a siglare uno storico poker contro la Fiorentina di Batistuta, che consente ai suoi di espugnare il Franchi nella prima giornata di campionato. Ma il Vicenza, che comunque nel torneo si toglierà la soddisfazione di battere anche Juve, Inter e Milan, la storia la scrive in Coppa Italia.

IL CAMMINO - Dieci giorni prima dei quattro gol di Otero ai viola, i ragazzi terribili di Guidolin conquistano gli ottavi di finale vincendo 2-1 al Porta Elisa contro la Lucchese. Il primo gol della gara lo segna Maurizio Rossi: segnatevi bene questo nome. Il successivo 23 ottobre l'avversario da superare è il Genoa di Attilio Perotti. Per la prima e unica volta è stata introdotta nella competizione la modalità della ripetizione: solo nel secondo e terzo turno, seguendo il modello della FA Cup inglese, in caso di pareggio, le squadre devono rigiocare il match. Al Ferraris, due rigori di Viviani (V) e Masolini (G) rimandano il destino al replay del Menti, dove un sigillo di Giovanni Cornacchini regala la qualificazione al Vicenza. Passano solo sei giorni, questa volta il livello si alza: nel giro di due settimane capitan Lopez e compagni si giocano tutto contro i campioni d'Italia in carica del Milan.

VITTIMA ILLUSTRE - Tra i rossoneri gioca un ragazzo nato a Caldogno, che ai veneti deve tanto: ha esordito proprio con i biancorossi, di nome fa Roberto, di cognome Baggio. È proprio il Divin Codino nazionale a pareggiare la gara d'andata alla Scala del Calcio. Il match l'aveva sbloccato Gabriele Ambrosetti con un sinistro al fulmicotone. Lui ancora non lo sa, ma il suo gol è quello che di fatto porta la squadra in semifinale: nel ritorno il portiere di coppa Brivio chiude la porta e salva lo 0-0. Battuto il Milan, nel gruppo si comincia a pensare per la prima volta che si può compiere l'impresa, in città c'è profumo di gloria. Ora i ragazzi di Guidolin ci credono. Nel frattempo il 1996 ci saluta: un anno fantastico per i tifosi vicentini. La squadra occupa la seconda posizione in campionato ed è alle semifinali di Coppa Italia.

VICENZA SOGNA - Il grande appuntamento è in programma il 30 gennaio: una fitta nebbia, però, rimanda tutto di una settimana. Finalmente il 6 febbraio il Menti si colora a festa: un'atmosfera fantastica, con tanto di fuochi d'artificio, fa da cornice perfetta. Vicenza e Bologna possono giocare il primo atto della semifinale. Al 45' del primo tempo decide un ruggito di bomber Murgita: l'attaccante stacca più in alto di tutti sulla pennellata di Beghetto. La rete del numero 9 pone i ragazzi di Gudolin in una situazione di leggero vantaggio nel ritorno al Dall'Ara. Cristiano Scapolo però non ci sta e pareggia la doppia sfida al 43'. Quando i supplementari sono ad un passo, l'ex di turno, Giovanni Cornacchini fa esplodere il settore ospiti: per la prima volta nella sua storia il Vicenza è in finale di Coppa Italia. Dall'altra parte del tabellone il Napoli batte l'Inter raggiungendo l'undici biancorosso.

ATTO FINALE - Il primo round dell'ultimo atto si gioca la sera dell'8 maggio in un San Paolo infuocato. Uno stadio stracolmo trascina gli azzurri alla vittoria: decisiva una zampata di Fabio Pecchia. I giorni di attesa per la gara di ritorno sono snervanti. Ma una città intera vuole un trofeo, quella coppa che la sera del 29 maggio si trova lì, a bordo campo, in attesa di un capitano che la alzi verso il cielo. L'undici di Guidolin che sfila accanto al trofeo è così disposto: Brivio in porta; Sartor, Beghetto e capitan Lopez in difesa; Ambrosetti, Di Carlo, Gentilini, Maini e Viviani a centrocampo; Murgita e Cornacchini davanti. Si gioca in una cornice stupenda, il Romeo Menti è esaurito in ogni ordine di posto e dalle gradinate il pubblico spinge la squadra verso la gloria. Dopo pochi giri d'orologio Guidolin è costretto al cambio: si fa male Ambrosetti e viene sostituito dal giovane Iannuzzi. Al 21', lo stesso minuto in cui aveva segnato Pecchia all'andata, Jimmy Maini buca Taglialatela e mette in parità il doppio confronto. La gara, come nel più teso degli epiloghi, si protrae ai supplementari. Proprio quando sembra ormai tutto apparecchiato per i calci di rigore, Mimmo Di Carlo guadagna una punizione dal limite. Lopez tocca per Beghetto, la conclusione non è irresistibile ma Taglialatela non trattiene, come un falco arriva Maurizio Rossi a mettere dentro: quello che dovevate tenere a mente, colui che aveva segnato la prima rete della competizione. Il popolo vicentino esplode di gioia e un Napoli in piena confusione capitola ancora grazie alla rete di Alessandro Iannuzzi. L'arbitro Braschi fischia tre volte decretando il Vicenza campione. Francesco Guidolin ha guidato un fantastico gruppo verso la più grande impresa del club. E capitan Lopez può finalmente alzare al cielo il primo trofeo della storia vicentina.

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29 maggio 1997, Stadio Romeo Menti, Vicenza. I biancorossi di Francesco Guidolin scendono in campo per giocare il ritorno della finale di Coppa Italia. All'andata una rete di Fabio Pecchia aveva deciso il primo atto in favore del Napoli. Al 21' Giampiero Maini buca Taglialatela e rimette tutto in parità. Come nel più teso degli epiloghi, il punteggio non cambia: si va ai tempi supplementari. Quando ormai sembra tutto apparecchiato per i calci di rigore, al minuto 118, Di Carlo guadagna una punizione dal limite: il portiere partenopeo non trattiene la conclusione di Beghetto e come un falco arriva Maurizio Rossi a ribadire in rete. Il Napoli non ne ha più e, un minuto dopo, in piena confusione, capitola ancora grazie al sigillo di Alessandro Inannuzzi. Il Menti esplode di gioia: il Vicenza vince la Coppa Italia. Esattamente 22 anni fa capitan Giovanni Lopez alzava al cielo il primo e unico trofeo della storia vicentina. #amodonostro#ilcuoio#vicenza#coppaitalia#lanerossivicenza#lanerossi#story#legend#seriea#timcup#serieatim#italia#vintage#amarcord#calcio#football#italy#campioni#photography#graphic#amazing#sport#anni90#guidolin#campioni#coppa#cup#lane#lrvicenza

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