Nenè, il “brasiliano” del Cagliari

Arrivò nel 1964 dopo gli anni al Santos di Pelé e alla Juventus di Sivori, giocò in Sardegna 12 stagioni, vinse lo scudetto e nell'isola restò per tutta la vita
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Quando Nené approda in Sardegna, ha già giocato con Pelé e Sivori. Buono di carattere, figlio d’arte, ha un padre calciatore che al pallone ha dato più di quanto abbia ricevuto e per questo si è messo a fare l’elettricista. La mamma vorrebbe che il figlio ne seguisse l’ultimo esempio, ma il richiamo del bianconero del Santos è troppo forte. È la squadra di Pelé, che a 17 anni ha già vinto un Mondiale e incantato una nazione. Segna alla prima in bianconero, contro la Juventude di Sao Paulo. In bianconero continuerà, in una squadra che alla stessa gioventù si ispira, prima ancora che la giovinezza diventasse simbolo di una diversa stagione, già dalla nascita sulla panchina di un liceo molto ben frequentato già quel primo novembre 1897. Nené, ormai sarà chiaro, dopo aver vinto diversi titoli fra campionato paulista, Coppa Libertadores e Coppa Intercontinentale, arriva alla Juventus colpita da questo brasiliano che dialoga con Pelé con una naturalezza disarmante. Il tecnico Amaral lo dispone sulla linea di Sivori in un sostanziale 4-2-4 dai risultati balbettanti. Ma quel brasiliano educato e garbato, che a Torino incontra la sua futura moglie, piace a tutti. Amaral viene esonerato, arriva Monzeglio, gentiluomo d’altri tempi, che lo dirotta al centro dell’attacco. La Juve ha bisogno di cancellare il ricordo di Charles, ma Nené è al massimo un centrocampista offensivo, un attaccante esterno, non certo un numero 9. Nemmeno 11 gol gli valgono la conferma.

NENE' E LA SARDEGNA - A Cagliari, racconta una filosofia, disegna un orizzonte che nessuno avrebbe creduto possibile. È il Cagliari di Riva, Albertosi e Boninisegna, che già nell’Italia dei movimenti studenteschi culla il desiderio di scudetto. Un sogno realizzato la stagione successiva, in quel 1970 che per Brera ha davvero spinto la Sardegna nella geografia italiana. Cagliari e la Sardegna tutta lo adotta, come ha fatto con Gigi Riva, come poi farà con Fabrizio De André all’Agnata ripagandolo anche con un sequestro da prima pagina. Come il cantautore genovese, in questi posti davanti al mare, con questi cieli sopra il mare, Nené non si saprà raccontare ma rimane. Gioca fino al 1976, quando del suo Cagliari restano solo i ricordi. La sua è una collana anche di dolori e difficoltà, che si chiude in un ospizio di Capoterra, periferia di Cagliari. Muore qui, nel 2016. Protetto dalla nostalgia.


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