Tommaso Maestrelli: un idolo immortale

"Il Maestro" arrivò alla Lazio nell'estate del 1971: sarà il tecnico del primo scudetto
Tommaso Maestrelli: un idolo immortale
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“Su c’è il Maestro che ce stà a guardà”. Come recita l’ultima strofa dell’inno della Lazio “So già du ore”, scritto e cantato da Aldo Donati nel 1977, Tommaso Maestrelli, morto un anno prima, ci guarda ormai da lassù.

MAESTRELLI, L’ARRIVO A ROMA. L’allenatore toscano arriva a Roma nell’estate del 1971 per sostituire l’argentino Lorenzo. La Lazio è appena retrocessa nella serie cadetta. Nella Capitale l’approdo del nuovo tecnico è accolto dallo scetticismo della piazza. Intanto Tommaso si prepara ad affrontare la nuova stagione dando alla società una direttiva sulla quale basare l’ossatura della squadra: «Senza Chinaglia non posso garantire nulla», queste le parole di Maestrelli in opposizione alle voci di mercato che danno l’attaccante sul piede di partenza. È proprio qui che nasce il grande amore tra Giorgio e il suo allenatore. Dopo la scelta di Wilson come capitano, la stagione inizia alla grande: al debutto ufficiale è subito successo nel derby di Coppa Italia contro la Roma. In campionato la Lazio stenta a decollare ma a fine anno centra comunque il secondo posto che vale la promozione.

QUASI GLORIA. Nella stagione successiva gli arrivi in estate di Re Cecconi, Frustalupi, Pulici, Petrelli e Garlaschelli non bastano a mitigare la diffidenza della tifoseria. Nel corso del torneo il gioco espresso dai biancocelesti torna a entusiasmare i tifosi che, a questo punto, cominciano a credere nelle capacità del tecnico pisano. La Lazio incanala otto successi consecutivi e perde la testa della classifica solo nell’ultimo mese di campionato a favore della Juventus. 

MAESTRELLI E LO SCUDETTO CON LA LAZIO - La grande dote di Maestrelli è senza dubbio quella di saper gestire il gruppo alla perfezione. Quella della Lazio tricolore è una squadra formata da tanti giocatori con un carattere forte e lo spogliatoio è diviso in due clan, ma Tommaso è rispettato da tutti, lascia sfogare i due gruppi durante le partitelle di allenamento e la domenica in campo, come per magia, i suoi giocano attuando alla perfezione gli schemi e le tattiche apprese durante la settimana. Il debutto stagionale in campionato avviene proprio il giorno del suo 52° compleanno e i ragazzi gli regalano una netta vittoria sul campo del Vicenza (0-3). Vince alla seconda contro la Samp ma la sconfitta contro la Juventus e tre pareggi consecutivi sembrano incrinare l’entusiasmo. Il successo a Cagliari, firmato da Long John, apre una serie di sei vittorie di fila (tra cui il derby) e porta la Lazio solitaria in testa alla classifica. Un aneddoto caratterizza il derby di ritorno. Dopo la vittoria per 2-1 dei biancocelesti, Chinaglia viene preso di mira dai supporter giallorossi che lo accusano di averli presi in giro con la sua esultanza con il dito alzato sotto la Sud. Maestrelli, per “proteggere” il suo bomber, lo ospita a casa per qualche giorno a testimonianza del grande rapporto che ormai lega i due: Chinaglia ha più volte dichiarato che per lui Maestrelli è stato come un padre. L’attaccante lo ripaga, una settimana dopo, con la fantastica tripletta nel 3-3 del San Paolo che consente alla Lazio di portare a casa un punto preziosissimo nella lotta scudetto. I biancocelesti mantengono la testa della classifica fino al 12 maggio 1974. Un rigore di Chinaglia stende il Foggia e i biancocelesti sono campioni d’Italia. Maestrelli è nella storia, il primo allenatore a portare il tricolore nella Roma biancazzurra. Due anni dopo se ne andrà per un male incurabile, lasciando un ricordo indelebile nella mente di tutti i tifosi laziali.


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