Roma, trappola da Special

.
Roma, trappola da Special© LAPRESSE
Xavier Jacobelli
4 min

In calce all’urna di Nyon la domanda da porsi non è se sia andata bene, ma, essendo andata bene, quale sarà lo stato di salute delle eurorivali a metà febbraio, quando Europa e Conference League ricominceranno a macinare partite e verdetti. Sulla carta, Juve-Nantes, Salisburgo-Roma, Lazio-Cluj e Braga-Fiorentina sono sfide alla portata delle nostre. Il coefficiente di difficoltà più elevato è austriaco e la Roma lo sa: il Salisburgo visto in azione in Champions, nel girone di Chelsea, Milan e Dinamo Zagabria, è una squadra con un grande avvenire e un presente altrettanto intrigante. La scuola Red Bull è meritocratica e non è una scuola per vecchi, tant’è vero che nella più importante competizione continentale ha allineato la squadra più giovane dell’intero lotto di partenza. Il Nantes non è il Psg, essendo attualmente sedicesimo in Ligue 1 con 26 punti in meno rispetto ai parigini che hanno affondato la Juve al Parco dei Principi e allo Stadium. Se, come si augura Nedved, la lunga sosta imposta dal mondiale potrebbe rivelarsi propedeutica a un grande 2023, è auspicabile una ripartenza lanciata dei bianconeri anche in Europa dove negli ultimi venticinque anni non hanno vinto nulla, allineando però 26 titoli a livello nazionale, fra scudetti, Coppe Italia e Supercoppe di Lega.

Europa League: per la Roma c'è il Salisburgo

Il 2023 sarà un anno molto importante per la Juve che celebrerà il centenario della proprietà agnelliana: riuscire a imporsi, finalmente, in campo internazionale sarebbe il modo migliore per cancellare le malinconie della peggiore eliminazione mai patita in Champions League. Anche la Lazio ha sofferto una cocente delusione, sebbene non parametrabile alla bianconera. Il Cluj di Scuffet, oggi quarto nella classifica del massimo torneo romeno, ha già eliminato i biancocelesti nel girone di Europa League 2019/2020. Interpreti e allenatori sono cambiati nel corso del tempo, non muta la sostanza per la Lazio di Sarri, fresca di grande vittoria nel derby, ma sistematicamente soggetta alle indigestioni europee del giovedì. Tare ritiene che la Conference sia la coppa dei perdenti: rispettando la sua opinione, mi permetto di non condividerla. La Lazio che dalla fine del secolo scorso non allinea un trofeo internazionale in bacheca dovrà fare di tutto per aggiudicarsi l’ultima competizione creata dall’Uefa in ordine di tempo: questione di prestigio, di fatidica e sempre auspicata esperienza internazionale, di crescita dell’immagine del club biancoceleste. Idem per la Fiorentina: dopo tanta fatica fatta per rientrare in Europa, per la Viola vale la pena rimanerci più a lungo possibile. 


© RIPRODUZIONE RISERVATA