Europa League. Juve, niente finale. Col Benfica solo 0-0

Allo Juventus Stadium i bianconeri non riescono a ribaltare la sconfitta dell'andata. Nella finalissima di Torino si affronteranno i portoghesi ed il Siviglia
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TORINO - Il sogno dell’Europa League finisce a pezzi dopo novantasei minuti generosi e sfortunati: non basta nemmeno, per bucare il Benfica, metà ripresa in superiorità numerica, né lascia tracce il tridente modellato quando Giovinco rileva Bonucci. Affiorano i consueti impacci internazionali, il gioco tarda a decollare e i fuoriclasse non compensano, resta tuttavia il rimpianto per un salvataggio di Luisao sulla linea e per una palla gol sciupata da Lichtsteiner, ma anche diverse altre conclusioni avrebbero meritato miglior sorte. Niente finale in casa, niente Double, niente trofeo alzato nel cielo di Torino: saranno i portoghesi a tornare allo Stadium il 14 maggio per sfidare il Siviglia che ha fatto fuori il Valencia. La Juve si consola con gli applausi della sua gente, generosa a sua volta nel sospingerla fino all’ultimo.

FOTOGRAMMA - Conte ritrova Vidal, dirottando in panchina Marchisio, sceglie Caceres perché Barzagli non è al top, conferma Tevez e Llorente in attacco. Jesus, come già al Da Luz, modella il 4-2-3-1: in mediana, accanto a Perez - quello della prova tv che ha scatenato le polemiche lusitane -, Amorim sostituisce lo squalificato Gomes, mentre sulla trequarti torna Gaitan, affiancando Rodrigo e Markovic. Novità tra i pali: Oblak, under 21 sloveno, al posto del navigato Artur. Il portierino è subito protagonista - volo splendido su legnata di Pirlo -, ma il fotogramma rischia di trarre in inganno, oscurare l’ottima partenza del Benfica. Niente barricate, tanto pressing e possesso, accelerazioni improvvise affidate al veloce Markovic e tagli profondi griffati da Lima, epicentro offensivo biancorosso.

USCITA
- Tiri nello specchio, ad ogni modo, non ne arrivano e Buffon se la cava con un’uscita affannosa, la Juve intanto cerca l’equilibrio e s’avvinghia ai guizzi dei solisti: Pogba - in buona vena - sorprende due volte di tacco, Vidal cerca l’acrobazia su cross di Pirlo, Tevez nasconde bene il pallone scagliandolo però senza fortuna, Pogba e Lichtsteiner tentano inutilmente da fuori, una botta di Pirlo s’infrange sull’Apache. Nel finale di tempo, la Juve occupa il campo, ma adesso è anche la sfortuna a chiuderle i varchi: un pallone corretto da Bonucci attraversa l’area senza che nessun bianconero intervenga, poi quando Vidal centra la porta Luisao sventa di testa sulla linea. Nel mezzo, Oblak sceglie benissimo il tempo dell’uscita su Llorente.

LUCIDITA’ - Differente la sceneggiatura della ripresa, con la Juve più fluida e ficcante: il Benfica si ritrova asserragliato e nemmeno conclude sguainando il contropiede, anche se il maggior pericolo sboccia da una punzione scaltra di Pirlo e il conto è perfino pareggiato da una discesa di Rodrigo sventata da Buffon. Cresce, la Juve, però non sfonda, pecca d’imprecisione e scarsa lucidità perfino quando si ritrova con l’uomo in più per l’espulsione di Perez: la scelta di Jesus - dentro Almeida per Rodrigo - disegna un 4-4-1 tenace e produttivo. Conte allora attinge a duttilità tattica e coraggio, richiamando Bonucci per Giovinco per un inusuale 4-3-3, più tardi co-interpetrato da Osvaldo che prende il posto di Llorente: l’italo-argentino sembra l’uomo delle stelle, poiché un momento dopo l’ingresso trova il gol, in raltà è solo un’illusione perché l’off side non sfugge al guardalinee. Al tira delle somme, però, la palla piàù ghiotta capita sui piedi di Lichtsteiner: è solo davanti alla porta, ciabatta incredibilmente a lato.

RECUPERO - Scorrono i minuti, la rete non arriva e sui due fornti monta la tensione. Espulsi dalla panchina Markovic, appena sostituito, e Vucinic dopo un parapiglia innescato da un gesto di Chiellini: il difensore invita con modi spicci Sullejmani, rimasto a terra dopo un fallo innocuo, ad alzarsi. La Juve insiste, lo stadio spinge, il Benfica adesso le barricate le costruisce. Tevez non s’arrende (tiro parato), un cross di Giovinco finisce nel vuoto, Oblak s’allunga su Caceres, anche Buffon s’avventura in area portoghese: tutto inutile, la speranza dilatata dai 6' di recupero finisce in frantumi. Gode il Benfica, la gente applaude comunque. Appuntamento a lunedì, sperando nella festa scudetto.

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