Dentro lo stadio di Lipsia, tra ricordi della Germania Est e modernità

Stasera si gioca all'Arena della Red Bull, dove l'ingresso sembra una scuola della DDR. Leggi i dettagli
dall'inviato Roberto Maida
2 min

LIPSIA - Il primo approccio con Lipsia confonde: la stazione ferroviaria è la più estesa d’Europa ma essendo stata recentemente rinnovata profuma di modernità. Poi esci e a cento metri vedi un grande albergo di una famosa catena: è un grattacielo di 27 piani della DDR, l’ex Germania Est, di cui questa città era un fondamentale polo industriale. All’epoca, prima della caduta del Muro, si chiamava Hotel Merkur, aveva 447 camere e al suo interno disponeva anche di un ufficio passaporti e visti per permettere alla classe privilegiata di superare la cortina di ferro.

Il malinconico gioiello

Lo stadio rispecchia le contraddizioni del centro, che dista una mezz’ora di cammino: la struttura, che per l’Europeo è stata ribattezzata Leipzig Arena perché l’Uefa non accetta sponsor che non siano i propri, appartiene alla Red Bull, che attraverso ingenti investimenti ha costruito una squadra importante per la Bundesliga. Ma alla modernità delle tribune, dei sostegni e della copertura, si contrappone un ingresso surreale, dentro all’antica facciata risalente ai tempi in cui l’Europa era spaccata in due: entrando, sembra una scuola o al massimo un ufficio del catasto. Inaugurato nel 1956 come Zentralstadion, venne ribattezzato lo stadio dei Centomila perché ospitava appunto 100.000 spettatori. Oggi ne conterrà “solo” 40.000, per metà croati. Giocheremo in trasferta ma ci siamo abituati.


© RIPRODUZIONE RISERVATA