Retroscena Italia, cosa è successo dopo il ko con la Spagna

Spalletti e gli azzurri a confronto: "Non si torna indietro sul gioco". L’attesa dei tifosi all’una di notte e la presenza di Gravina in ritiro
Fabrizio Patania

Sotto il diluvio, l’Italia è stata accolta all’una di notte da una cinquantina di tifosi: erano in attesa davanti all’hotel Vierjahreszeiten di Iserlohn e poco importa per la lezione impartita dalle Furie Rosse. Aspettavano gli azzurri. Un raggio di luce e di entusiasmo ha illuminato la comitiva della Nazionale, ancora stordita e delusa dal cappotto subìto alla Veltins Arena di Gelksenkirchen. Ottanta pinse (non è ironia, solo cronaca) erano state recapitate da Casa Azzurri per sfamare e risollevare l’intera delegazione. Nessuno si aspettava un simile crollo. Onesta l’analisi di Buffon. «Riscontro inatteso, pensavamo di aver già raggiunto un determinato livello, ma le spiegazioni del ct in ordine all’aspetto fisico sono veritiere. La velocità di esecuzione degli spagnoli era impressionante». Il capodelegazione della Nazionale si è sforzato di trasmettere serenità dentro al gruppo e fuori. Una chiave decisiva per allentare la tensione a poche ore di distanza dal confronto decisivo con la Croazia. La botta è stata pesante. 

Italia, il dislivello

La delusione ieri mattina sul campo dell’Henberg Stadion era palpabile, si toccava con mano. Allenamento aperto ai media solo nei primi 15 minuti, poi i cancelli sono stati chiusi, contrariamente a domenica (il giorno dopo il debutto con l’Albania) quando era stato possibile assistere al test tra le seconde linee azzurre e una selezione giovanile del Borussia Dortmund. Ieri mattina tutti fuori per la replica. Il confronto tra Lucio e gli azzurri si era consumato in albergo. Analisi video per ripassare gli errori e scannerizzare le immagini preparate dai match analyst. Nessun passo indietro. «Non riesco ad aspettare, si prova a togliere il pallino del gioco e comandare le partite, altro non so fare» ha raccontato Spalletti nel post-partita. Stessi concetti ripetuti ai giocatori. La via del gioco da portare avanti. Dodici partite da ct, due sconfitte con Inghilterra e Spagna, top in Europa. Va considerato il livello di esperienza. All’interno del Club Italia conoscono i dati e sono stati ripassati nei colloqui tra il ct (che pure ha sempre evitato gli alibi) e la federazione. Gruppo giovane, con scarsa esperienza internazionale, formato intorno ai cinque campioni d’Europa titolari tre anni dopo Wembley (Donnarumma, Bastoni, Barella, Chiesa e Jorginho) e con diversi debuttanti: appena 364 presenze in Champions divise tra 26 giocatori. Dentro la rosa della Spagna, imbottita di bambini prodigio, se ne contano la bellezza di 549. De la Fuente corre verso la finale di Berlino gestendo una Nazionale dal valore complessivo di un miliardo di euro. Il divario è testimoniato dalle schede dei giocatori.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

La compattezza

Ora, però, si tratta di andare avanti. Mica facile eliminare la Croazia. Lunedì niente calcoli a Lipsia. Buffon ha cercato di seminare ottimismo. «Serve fiducia, mi aspetto una partita con ritmi diversi, il talento è simile ma la Spagna ha qualcosa in più. Se pensavamo di valere 9, ora non siamo da 4». Si è aggiunto l’inno al coraggio per gli azzurri. «La paura va superata, tutti vorrebbero essere al nostro posto anche in una partita così delicata. Abbiamo due risultati su tre, ma non può essere il nostro pensiero. Faremo un’altra partita e ritroveremo sicurezza dopo la sbandata». Spalletti, dopo pranzo, ha concesso un pomeriggio di libertà agli azzurri. Una decina di loro ha trascorso la serata in un ristorante italiano a Dortmund. Giusto staccare. E’ un momento delicato per la Figc e per Gravina, sotto attacco politico e raggiunto ieri da uno dei due figli in Germania. Il presidente ha protetto la squadra: «Ho visto i ragazzi tranquilli». In serata ha portato il ct e Buffon a cena in un ristorante vicino al ritiro della Nazionale.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sotto il diluvio, l’Italia è stata accolta all’una di notte da una cinquantina di tifosi: erano in attesa davanti all’hotel Vierjahreszeiten di Iserlohn e poco importa per la lezione impartita dalle Furie Rosse. Aspettavano gli azzurri. Un raggio di luce e di entusiasmo ha illuminato la comitiva della Nazionale, ancora stordita e delusa dal cappotto subìto alla Veltins Arena di Gelksenkirchen. Ottanta pinse (non è ironia, solo cronaca) erano state recapitate da Casa Azzurri per sfamare e risollevare l’intera delegazione. Nessuno si aspettava un simile crollo. Onesta l’analisi di Buffon. «Riscontro inatteso, pensavamo di aver già raggiunto un determinato livello, ma le spiegazioni del ct in ordine all’aspetto fisico sono veritiere. La velocità di esecuzione degli spagnoli era impressionante». Il capodelegazione della Nazionale si è sforzato di trasmettere serenità dentro al gruppo e fuori. Una chiave decisiva per allentare la tensione a poche ore di distanza dal confronto decisivo con la Croazia. La botta è stata pesante. 

Italia, il dislivello

La delusione ieri mattina sul campo dell’Henberg Stadion era palpabile, si toccava con mano. Allenamento aperto ai media solo nei primi 15 minuti, poi i cancelli sono stati chiusi, contrariamente a domenica (il giorno dopo il debutto con l’Albania) quando era stato possibile assistere al test tra le seconde linee azzurre e una selezione giovanile del Borussia Dortmund. Ieri mattina tutti fuori per la replica. Il confronto tra Lucio e gli azzurri si era consumato in albergo. Analisi video per ripassare gli errori e scannerizzare le immagini preparate dai match analyst. Nessun passo indietro. «Non riesco ad aspettare, si prova a togliere il pallino del gioco e comandare le partite, altro non so fare» ha raccontato Spalletti nel post-partita. Stessi concetti ripetuti ai giocatori. La via del gioco da portare avanti. Dodici partite da ct, due sconfitte con Inghilterra e Spagna, top in Europa. Va considerato il livello di esperienza. All’interno del Club Italia conoscono i dati e sono stati ripassati nei colloqui tra il ct (che pure ha sempre evitato gli alibi) e la federazione. Gruppo giovane, con scarsa esperienza internazionale, formato intorno ai cinque campioni d’Europa titolari tre anni dopo Wembley (Donnarumma, Bastoni, Barella, Chiesa e Jorginho) e con diversi debuttanti: appena 364 presenze in Champions divise tra 26 giocatori. Dentro la rosa della Spagna, imbottita di bambini prodigio, se ne contano la bellezza di 549. De la Fuente corre verso la finale di Berlino gestendo una Nazionale dal valore complessivo di un miliardo di euro. Il divario è testimoniato dalle schede dei giocatori.


© RIPRODUZIONE RISERVATA
1
Retroscena Italia, cosa è successo dopo il ko con la Spagna
2
La compattezza