Alla fine del primo tempo Spagna-Donnarumma era ancora 0-0. Solo tre prodezze del capitano, unico azzurro in grado di tenere in piedi la squadra, la partita e il risultato, e un altro paio di gol sbagliati dalle furie rosse, furie vere, ci hanno trascinato all’intervallo senza subire gol. Un miracolo, visto che il resto dell’Italia era perso, troppo lontana dalla dimensione tecnica e dalla concezione di calcio di questi avversari. Per 70 minuti, finché non hanno segnato, non siamo entrati in campo. Alla vigilia Spalletti aveva detto che la Nazionale avrebbe indossato l’abito buono ma che, se ce ne fosse stato bisogno, se lo sarebbe sporcato. In realtà, la Spagna ci ha proprio spogliato. Giacca e cravatta sono rimaste nel guardaroba e la tuta da operaio nell’armadietto. Siamo stati in balìa degli spagnoli per più di un’ora, li abbiamo visti palleggiare davanti alla nostra area di rigore, strapparci la palla con una ferocia difficile anche solo da immaginare in giocatori così tecnici, fantasiosi e creativi. Spalletti si sgolava dalla panchina: “Bisogna pulire la palla”. Forse ci saremmo riusciti con le mani, con i piedi no, era impossibile. Perché la Spagna andava a cento all’ora senza sbagliare un appoggio, un tocco, un lancio (per la cronaca: primo lancio sbagliato da uno spagnolo al 33' del primo tempo, il lanciatore era Unai Simon...), ma noi non avevamo, non abbiamo, quella tecnica.
Quando gli spagnoli aggredivano, nemmeno Jorginho trovava la misura, figuriamoci gli altri. Non era una questione di tattica, di strategia, di schemi, la differenza netta, perfino esagerata, era tutta nella tecnica, nella qualità pura dei singoli. Loro più bravi dei nostri, molto più bravi, troppo più bravi. La Spagna teneva palla, la faceva girare un po’ in orizzontale e tanto in verticale, attaccava al centro e sulle fasce, accelerava e rallentava, decideva tutto la squadra di De la Fuente. Non ci ha sorpreso la superiorità della Spagna, ci ha sorpreso questa clamorosa, imbarazzante, traboccante superiorità. La Croazia ne aveva presi tre, ma era stata capace di reagire, di portare dei pericoli alla porta di Unai Simon. Siamo ancora i campioni d’Europa, ma ieri sera ci hanno ridotto a niente. Certo, l’1-0 è arrivato con un autogol, che però non è stato casuale, la pressione era tale che là dietro non si reggevano in piedi, la testa girava a tutti, a Spalletti anche qualcos’altro. C’è tornata in mente la finale di Euro2012, anche allora eravamo stati annientati dal gioco (e dal risultato), ma quella sera non ne avevamo più, eravamo stravolti dalla stanchezza, stavolta non era così. Stavolta di energie ne avevamo, solo che la Spagna ci ha svuotato. E se il risultato è rimasto in bilico fino al 90', è stato solo per i troppi errori di Pedri e compagni in zona-gol. Abbiamo sempre un vantaggio sulla Croazia e a Lipsia, accettiamo scommesse, giocheremo una partita opposta. Non saranno giorni leggeri per gli azzurri, Spalletti dovrà lavorare nella testa dei giocatori. E’ quello che sa fare meglio.