Amicizia e identità condivisa per l'Italia di Spalletti: Roma è Capitale azzurra

Oltre al blocco giallorosso guidato da Pellegrini e al laziale Zaccagni ci sono i romani Scamacca, Frattesi, Calafiori e Folorunsho: i dettagli
Fabrizio Patania
6 min

Nel calcio relazionale di Spalletti contano l’amicizia, l’intesa, il sapersi trovare a occhi chiusi sul campo, non solo le capacità di interpretare un modulo. Frattesi ha sorriso e non ha avuto dubbi quando gli è stato chiesto cosa si fosse portato dietro per scaramanzia in Nazionale: «Scamacca» la risposta del centrocampista dell’Inter.

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Dalle partite in spiaggia a Euro 2024: Frattesi e Scamacca amici da sempre

Basterebbe rivedere il film delle ultime due partite dell’Italia, a Empoli in amichevole con la Bosnia e nel debutto di Dortmund con l’Albania, per capire. Il centravanti dell’Atalanta lo ha mandato in porta due o tre volte senza guardare. Intesa naturale. Sono nati e cresciuti insieme a Fidene, vicino a Castel Giubileo. Si conoscono da quando erano bambini. Inseparabili anche al mare d’estate. Partite interminabili sulla spiaggia di Ladispoli, stabilimento “La Baia”. Gianluca dal Monterotondo passò al vivaio della Lazio di Lotito nel 2009, quando aveva solo dieci anni. Davide era arrivato tre anni prima al campo Gentili sulla Cassia. Li prese la Roma di Bruno Conti in età Allievi. Un conto è perderli, un altro è cederli. Anche a Trigoria, con motivazioni di mercato, non hanno saputo trattenerli. Le strade nel calcio si sono separate, mai nella vita. L’azzurro li ha riuniti nel ritiro di Iserlohn. «Solo a ping pong non gioco con Scamacca, perché tira delle bordate» ha spiegato Frattesi, preoccupato dalla potenza del suo amico.

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Pellegrini leader, trasversale l'amicizia con Zaccagni

Si parla del blocco Inter, ma l’Italia di Spalletti è targata Roma, intesa come luogo di nascita e origini calcistiche. Capitale Nazionale, il titolo vale un rigore a porta vuota. Si è formato un gruppo solido intorno al nucleo giallorosso. Frattesi ha legato con El Shaarawy. Lorenzo Pellegrini, il capitano cresciuto a Cinecittà, è il punto di riferimento intorno a cui girano tutti gli altri. Il presidente Gravina, non a caso, ha sottolineato la sua personalità e l’autorevolezza esercitata nel gruppo. Sulle doti tecniche tutti d’accordo, sono fuori discussione. E l’azzurro unisce. Zaccagni, l’unico laziale della comitiva, ha ereditato e assorbito l’amicizia tra Immobile e Pellegrini. C’è stima, sono legati. A Coverciano e anche in Germania viaggiano in sintonia, spesso a stretto contatto.

Blocco Roma per Spalletti: Cristante e Mancini titolari aggiunti

De Rossi, a proposito di calcio relazionale, ha trasmesso un bel pezzo di Italia a Spalletti, uno dei suoi maestri. Gli interisti sono cinque e il ct è stato costretto a rinunciare ad Acerbi, bloccato dalla pubalgia. Ma i romanisti sono quattro, come i napoletani (Meret, Di Lorenzo, Raspadori e Folorunsho, di rientro dal prestito al Verona) e gli juventini (Gatti, Cambiaso, Fagioli e Chiesa). Cristante, Pellegrini e Mancini formano un blocco unico a Roma. Si frequentano con le famiglie, trascorrono le vacanze insieme, ogni estate passano qualche giorno con i figli sulla spiaggia di Forte dei Marmi. «Se due giocatori nella stessa zona di campo sono amici, si aiutano di più, sono disposti a sacrificarsi l’uno per l’altro» ha spiegato Spalletti, con l’occhio lungo per osservare le dinamiche dello spogliatoio e tirarne fuori il massimo. Mancini e Cristante sono titolari aggiunti di questa Nazionale: per la solidità, per i duelli con Morata e Rodri, nel caso in cui il ct decidesse di alzare la statura e la cilindrata fisica, potrebbero entrare nel blocco dei titolari con la Spagna, altrimenti verrà confermato Riccardo Calafiori

Calafiori cuore giallorosso, Folorunsho 'malato' di Lazio

Thiago Motta e il Bologna lo hanno proiettato in azzurro. Per l’impatto di personalità e la coincidenza legata all’esordio, può forse reggere il paragone con Antonio Cabrini, lanciato da Bearzot al Mondiale 1978 in Argentina. Per le modalità di impiego e l’intelligenza calcistica, è ancora più aderente l’accostamento con Stones, il difensore centrale del Manchester City, ma l’anima è romanista. Ricky, nato e cresciuto alla Balduina, è sbocciato a Trigoria prima che l’infortunio tremendo al ginocchio e l’esigenza di trovare continuità lo spingessero verso il Basilea, tappa chiave della carriera. Si parla romano a Iserlohn, non ci sono altri dialetti. Michael Folorunsho è nato sulla Tuscolana e presto diventerà la stella venuta fuori dal bacino sterminato e dai campi sterrati della Capitale. È malato della Lazio. Ha fatto il giro dei settori giovanili romani (Tor Bella Monaca, Casilina, Pro Roma, Vigor Perconti, Tor Sapienza e Savio) prima di farsi apprezzare con la Primavera di Inzaghi a Formello. Solo Lotito sa come può averlo perso a parametro zero.


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