Le lacrime di Nagelsmann dopo il caso Taylor: "Arbitri vulnerabili"

Beffata dall'arbitro, la Germania si interroga: «Come si fa a dire che il braccio di Cucurella fosse attaccato al corpo?»
Roberto Maida
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Dall'inviato a Stoccarda - La Germania piange. Letteralmente. Nella conferenza stampa di commiato il giovane ct, Julian Nagelsmann, non si dà piace e fatica a trattenere le lacrime dopo un'eliminazione dolorosa che in buona parte si deve al rigore negato dall'arbitro Taylor. «Siamo usciti tutti molto commossi - ammette l'allenatore - mi hanno raccontato che non succedeva spesso da noi. Ed è un buon segno, significa che siamo riusciti a ristabilire l'importanza delle emozioni nello sport. Siamo riusciti a unire i nostri tifosi. Se il nostro Paese ci riuscirà anche nelle questioni vitali, saremo a cavallo». Poi il ringraziamento ai giocatori e allo staff: «Abbiamo creato un gruppo magnifico, che mi mancherà. Abbiamo vissuto l'Europeo al cento per cento e la gioia del gol segnato alla Spagna all'89'. resta, a prescindere dal risultato finale che ovviamente ci amareggia».

Taylor, e il rigore negato

Sul rigore negato, Nagelsmann spiega: «Abbiamo chiesto spiegazioni, c'è chi dice che il Var non sia intervenuto perché c'era un fuorigioco di partenza. Ormai è andata. Di sicuro l'arbitro non può dire che il braccio di Cucurella era attaccato al corpo perché non è vero... Spero che gli arbitri guardino questo episodio per rendersi meno vulnerabili in futuro».

L'eredità di Kroos

Nagelsmann comunque non molla: «Dobbiamo pensare alla Nations League e alle qualificazioni mondiali. Sostituire Kroos non sarà semplice, lui è un giocatore unico, ma ci proveremo. La cosa importante nella vita è cercare soluzioni, invece di pensare ai problemi: a volte passiamo ore su Instagram invece di comunicare. In questo Europeo invece siamo riusciti a scoprire il piacere di stare insieme».

L'orgoglio di Voeller

Al suo fianco siede il direttore tecnico, Rudi Voeller, che alla fine della partita con la Spagna si è scagliato contro Taylor ma il giorno dopo sceglie il profilo basso: «Andiamo a casa dopo una prestazione straordinaria. Dopo il Mondiale in Qatar non era facile riscostruire un progetto in pochi mesi. Invece ci siamo riusciti. Vedere l'euforia negli occhi della gente è il premio più bello. Questo mi riempie di orgoglio e mi fa pensare positivo per il futuro della Germania».

 


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