Spagna-Germania: quando potremo essere come loro?

Leggi il commento sugli Europei 2024 con un occhio al momento complicato della nostra nazionale
Spagna-Germania: quando potremo essere come loro?© ANSA
Alberto Polverosi
3 min
TagsItalia
Fra quanti anni, lustri, decenni torneremo a giocare come loro? Dopo una ventina di minuti di Spagna-Germania abbiamo inviato questo messaggio a qualche amico, collega e amante del calcio. Per evitare un altro abbassamento di autostima sarebbe meglio non riportare le risposte, che in buona parte erano già contenute nella domanda. Il più alto in carica ha suggerito di scriverlo (ecco fatto), il più ottimista ha sorriso «fra cent’anni», i due pessimisti «mai o forse mai». 
Spagna-Germania vista con lo sguardo deluso di noi tifosi azzurri ci ha rimpicciolito ancora un po’. Non è stata esplosiva la bellezza degli spagnoli perché di fronte avevano un’avversaria quasi pari sul piano del talento individuale e qualità collettiva. Ma è stata una partita bella, vera, piena di iniziative, di idee, di spunti, di occasioni e di gioco. Una di quelle partite che, dopo un po’, ti auguri che prosegua fino ai supplementari per godere di un’altra mezz’ora di spettacolo. Siamo stati ascoltati... Per la prima volta la squadra di De la Fuente non ha dominato, ma non per questo ha perso coraggio, di sicuro non è diventata più timida. Era sempre la stessa, solo che Nico Williams (e poi Dani Olmo) invece di Di Lorenzo ha trovato Kimmich e Fabian Ruiz davanti aveva Kroos non Jorginho. Al momento buono però ha rimarcato la sua straordinaria bellezza, con l’assist del diciassettenne Yamal per la rete di Dani Olmo che aveva iniziato la partita in panchina, tanto per dire della ricchezza di cui dispone De la Fuente. E ancora Dani Olmo, in un pomeriggio indimenticabile, ha pennellato l’assist per il 2-1 di Merino. 
Quando ha preso il primo gol e ha capito che il suo Europeo rischiava di finire, la Germania ha cominciato a forzare i tempi e il gioco e a costruire occasioni. La Spagna ha barcollato ed è stata raggiunta, mai successo prima. L’uno a uno di Wirtz, anche lui entrato in corsa come Dani Olmo (per dire che nemmeno Nagelsmann può lamentarsi della profondità del suo organico), ha riequilibrato il risultato e la partita. Partita sempre più vera, sempre più bella non tanto per il suo lato spettacolare, ma per il carattere delle due squadre e forse perché tutt’e due sentivano che stavano giocando la vera finale di questo Europeo. Poteva finire ai rigori, probabilmente sarebbe stato più giusto e forse avrebbe permesso a Toni Kroos di rinviare ancora un po’ il saluto ai campi verdi della sua carriera. Ecco la vera perdita e non solo della Germania. E’ stato l’esattezza del calcio, il più alto rappresentante di un ruolo che si sta estinguendo, quello del regista puro. Ora, quando vedremo un passaggio sbagliato penseremo a lui, che i passaggi non li sbagliava mai. 

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