Croazia, un altro flop: ha già regalato due tempi

Lenta, compassata, inefficiente: se l'Italia l'aspetta come hanno fatto Spagna e Albania non avrà problemi
Roberto Maida
2 min

Inviato ad Amburgo - Aveva quasi vinto ma non l'avrebbe meritato: la Croazia è stata una folle delusione anche contro l'Albania, dopo essere stata maltrattata dalla Spagna. Anzi, osservando il primo tempo è sembrato di rivedere esattamente la stessa squadra di Berlino: solo che dall'altra parte invece di Morata c'era Manaj come centravanti. E così Dalic è arrivato all'intervallo con un gol di svantaggio e non due o tre, potendo pianificare strategicamente una rimonta.

Croazia, ecco perché ha deluso ancora

Ha colpito la rinuncia a Marcelo Brozovic nella ripresa. Ma è stata giusta perché Marcelo sta giocando malissimo. Forse perché in Arabia Saudita ha tirato i remi in barca - ma il francese Kante è al contrario in gran forma -, forse perché ha la luna storta. In ogni caso il ct Dalic ha visto crescere notevolmente la squadra senza di lui: con un 4-2-3-1 molto offensivo, che si trasformava in un 3-4-1-2 in fase di possesso, la Croazia ha saputo ribaltare la situazione dimostrando almeno una discreta forza d'animo. Solo che poi non ha saputo gestire il vantaggio, si è ritirata all'indietro come se la missione fosse compiuta: un errore assurdo se commesso da giocatori esperti come Modric, che negli spogliatoi infatti non si dava pace, oppure Kovacic, o lo stesso Gvardiol. 

La debolezza

La sensazione, già emersa nella prima partita, è che questo gruppo straordinario sia arrivato a fine ciclo. E che i ricambi debbano ancora prendere confidenza: Gvardiol e Sucic sono due ragazzi del 2002 ma con la maglia della Nazionale devono ancora assumere un ruolo da leader. La partita di Lipsia contro l'Italia può essere uno spartiacque generazionale del quale Spalletti deve approfittare. Per neutralizzare la Croazia, come hanno dimostrato Spagna e Albania, basta aspettarla e colpirla nelle sue enormi fragilità difensive. Di fase difensiva, si intende. Ad Amburgo, Dalic ha fatto registrare il 67% di possesso palla: un record nella storia di Europei e Mondiali. Ma a cosa è servito?


© RIPRODUZIONE RISERVATA