Italia, Mancini si candida per la Spagna: le strategie di Spalletti

Il ct pensa a una marcatura a uomo su Morata: il romanista insidia Calafiori
Fabrizio Patania
4 min

ISERLOHN (dall’inviato) - Si può verticalizzare e sorprendere la Spagna con le ripartenze, ecco la variante ipotizzata da Spalletti nella notte di Dortmund. Bisognerà alzare il muro della difesa, come impone la tradizione italiana. Morata non è Broja, Pedri sa inventare calcio e risolvere più di Bajrami, Nico Williams e Yamal sono due esterni d’attacco micidiali. Asani e Seferi, le due ali di Sylvinho, neppure si avvicinano a quel livello. Così da qualche ora balla un interrogativo e sta diventando un’ipotesi plausibile. L’inserimento di uno stopper vero, un marcatore puro, per coprirsi meglio, usare il contrasto, non rischiare nei duelli. Lucio sa essere pragmatico e non solo innovativo. Si gioca bene anche calcolando l’avversario. Due registi come Bastoni e Calafiori, novello Stones, erano l’ideale per una partita d’assalto e di palleggio come è successo con l’Albania. Forse sono un rischio con la Spagna. Ruvidità inevitabili a Gelsenkirchen. Tre punti sono in cassaforte, ora qualche ragionamento si può fare e studiare le rotazioni adeguate. Ecco perché è salita la candidatura di Mancini nel blocco dei titolari e potrebbe farsi largo Cristante in concorrenza (indiretta) con Pellegrini. Squadra più robusta.

Italia, Mancini si candida

Si è aggiunto un indizio, raccolto sul campo di Iserlohn nell’allenamento aperto ai media ieri pomeriggio nei primi 15 minuti. Il romanista Gianluca Mancini è entrato nel gruppo blu di cui facevano parte Di Lorenzo, Bastoni, Calafiori, Dimarco, Jorginho, Cristante, Chiesa, Frattesi, Pellegrini e Retegui. Quasi tutti titolari. Barella, il protagonista di Dortmund, indossava la pettorina rossa del jolly. Con il fratino giallo Bellanova, Gatti, Buongiorno, Cambiaso, Darmian, Fagioli, El Shaarawy, Folorunsho, Zaccagni, Raspadori e Scamacca. Dodici contro dodici, perché così funziona dall’inizio della preparazione a Coverciano. Mancini si muoveva in alternativa a Bastoni e Calafiori. Conservando la linea difensiva a quattro, come appare probabile, il centrale del Bologna diventerebbe il principale indiziato a consegnargli il posto. Spalletti, in questo caso, non toccherebbe un equilibrio raggiunto, ma sistemerebbe una sola casella, rinforzando il 4-1-4-1 (3-2-5 in costruzione) cambiando un centrale. Dentro Mancini, fuori Calafiori.

Italia, le strategie di Spalletti

L’altra possibilità, plausibile ma non ancora verificata, porterebbe ad affiancare Mancini a Bastoni e Calafiori, sacrificando un centrocampista. Quasi certamente Pellegrini. Il 3-4-2-1 di Empoli con Chiesa (a sinistra) e Frattesi (a destra) a sostegno di Scamacca è un’ipotesi di secondo piano. Fede al centro del villaggio garantirebbe il contropiede, ma il ct non appare intenzionato a rinunciare al quadrilatero di centrocampo (due mediani e due trequartisti) e lo juventino in quella posizione non ha convinto al Castellani. Un altro indizio, invece, porta nella direzione del 4-3-3 e della concretezza. Forse non era casuale anche la presenza di Cristante. Traduzione con la possibile formazione anti-Spagna. Linea difensiva a quattro con Di Lorenzo, Mancini, Bastoni e Dimarco. Cristante, Jorginho e Barella (numero 10 alternativo a Pellegrini) in mezzo. Frattesi e Chiesa le frecce da azionare accanto a Scamacca. Il modulo fate voi, con Spalletti non esistono più.


© RIPRODUZIONE RISERVATA