A qualcosa dovranno pur servire i buoni uffici: e quindi, ci vorrebbe un amico come Roman Abramovic che appena un anno fa, in piena crisi pandemica, lasciò che Tiémoué Bakayoko andasse in prestito al Napoli. Il Chelsea, ma sì, è il club che è costato ad ADL i rapporti diplomatici con il Manchester City (4 settembre 2020: "non vogliono parlare con noi"), irritato sino all’allergia a qualsiasi forma di dialogo con chi gli negò Jorginho - a visite mediche ultimate e dopo essersi stretti cordialmente la mano - per dirottarlo a Londra. A Stamford Bridge e a Cobham, che sono le case del Chelsea, c’è un giocatore che sembra di troppo, almeno così dicono le statistiche più recenti (15 presenze che però realmente sono state messe assieme solo con 789') e che invece a Napoli risolverebbe magicamente un problema serio e annoso: ritrovarsi con un fluidificante elegante e fisico, autoritario e autorevole, persino già introdotto nel metodo-Spalletti, assorbito nel suo triennio alla Roma.
Gli ostacoli per l'arrivo di Emerson
Ma le leggi del mercato spingono chi vende a tentare di realizzare il massimo profitto e i diciotto milioni di euro che il Chelsea vorrebbe incassare per cedere Emerson Palmieri (27 anni tra un mese circa) sono ritenuti un’enormità, complice la situazione economica con cui dover convivere. Ma c’è dell’altro: al Chelsea pagano bene ed il brasiliano con passaporto italiano che Mancini ha portato con sé agli Europei viaggia su un "riconoscimento" che oscilla intorno ai quattro milioni d’euro. Un po’ troppi per chi ha un’idea precisa in questa estate rovente nella quale innanzitutto c’è da tagliare il monte-ingaggi per rendere sostenibile il bilancio nel quale sono ormai due anni che non trovano posto i proventi della Champions League. (...)