Tra Inter e Juve stavolta non ci sarà appello

Leggi il commento sulla semifinale di ritorno di Coppa Italia tra nerazzurri e bianconeri in programma a San Siro
Tra Inter e Juve stavolta non ci sarà appello© LAPRESSE
Alberto Polverosi
4 min

Nell’anno miracoloso delle cinque italiane nelle semifinali delle tre coppe europee c’è anche una semifinale della coppa italiana che rende ancora più elettrica la parte finale di questa stagione. Inter-Juve è una storia antica che rovescia la sua tensione nel presente. Mai stata una partita scontata, mai stata facile da arbitrare (auguri al volaterrano/romano Doveri), in questa edizione di Coppa Italia si è infiammata con le risse dell’andata e rimane infuocata in questa vigilia. Presente e futuro di Inter e Juventus si incrociano, hanno tutt’e due la possibilità di giocare due finali ma anche di restare fuori dalla zona-Champions. Possono vincere tutto o perdere tutto. E questo quando manca poco più di un mese al termine della stagione. Non ci sarà tempo per altri appelli.



Con una premessa del genere è difficile immaginare una gara ordinata sul piano tattico. Peseranno di più le tensioni, la necessità di andare avanti per evitare altri processi che, l’Inter per un verso e la Juve per un altro, hanno accompagnato i loro ultimi mesi. Insieme al Milan sono state le concorrenti a un traguardo a cui non hanno concorso, hanno abbandonato lo scudetto al Napoli, al massimo gli hanno fatto da damigelle d’onore. In campionato hanno deluso e tradito, per questo restano le coppe e a quella di casa nostra dovranno dedicare le migliori energie. La sfida sarà nobilitata dalla presenza di due campioni del mondo, Lautaro da una parte, Di Maria dall’altra. Sul piano tecnico rappresentano il punto più alto delle due squadre e per quanto hanno espresso in campionato Inter e Juventus non hanno molto altro da offrire allo spettacolo. Sono due squadre che si somigliano nella compattezza, nell’organizzazione difensiva, ma anche nella difficoltà di gestire il gioco, alzandone il livello. Ogni tanto l’Inter è stata capace di sorprendere con qualche partita ben giocata, come nel recente secondo tempo di Empoli, la Juve mai o quasi mai. E se Allegri ha perso i gol di Vlahovic (pagato 15 mesi fa 75 milioni di euro), Inzaghi ha appena recuperato quelli di Lukaku. Sembra che Simone, dopo la massiccia e fortunata rotazione di domenica scorsa al Castellani, stasera abbia intenzione di partire con Dzeko accanto a Lautaro Martinez, ma il Lukaku graziato e ritrovato può diventare la mossa decisiva in corso d’opera. Ecco quello che Inzaghi ha più di Allegri: la possibilità di pescare nel proprio organico le soluzioni alternative dello stesso (o quasi) spessore dei titolari. E’ una differenza significativa per una stagione intera, ma lo è pure per una singola partita. Le fragilità delle due squadre sono note, l’Inter è una squadra nata per puntare allo scudetto che ha perso undici partite in campionato e che in questo momento è fuori dalla zona-Champions, la Juve è una squadra nata per andare avanti in Champions League e che da quella Coppa è stata esclusa subito. Definirle imperfette è poco, la verità è che si sono dimostrate inadeguate per il livello dettato a questo campionato dal Napoli. Resta a tutt’e due la semifinale di Champions ed Europa League, ma perché una delle due primeggi sull’altra non resta che la semifinale di questa sera. Ecco perché la tensione rischierà di divorare la partita. Vincerà chi saprà dominarla.


© RIPRODUZIONE RISERVATA