Juve-Inter, un finale indecente

Leggi il commento del Direttore del Corriere dello Sport-Stadio
Juve-Inter, un finale indecente© ANSA
Ivan Zazzaroni
3 min

Il finale perfetto per chi ha il gusto dell’orrido. Cinque, sei minuti senza senso, indecenti, gli ultimi di una partita fino a quel momento corretta. Brutta, ma corretta. Giusto due parole: l’esultanza di Lukaku per il rigore del pari realizzato a venti secondi dalla fine (la stessa fatta con il Belgio) ha provocato cori di una parte della tifoseria juventina che hanno irritato Romelu e indotto Massa a estrarre il rosso. Fuori Big Rom, nervosissimo. Al fischio finale, in campo una trentina di persone pronte a far casino. Non una novità quando si tratta di Juve-Inter. Poi ci si è messo Cuadrado: ha spiegato ad Handanovic qualcosa che il portiere ha dimostrato di non gradire. Altra rissa e fuori anche il colombiano e Handa. Missione impossibile raccontare episodi come questi senza prender parte né per l’uno né per l’altro, riuscire cioè a esplorare i rispettivi punti di vista. Per cui mi fermo qui: il resto lo lascio al giudice sportivo e alla sensibilità di appassionati e dirigenti.

Squadre in linea con i due tecnici

La partita non è stata divertente, dicevo: non ci aspettavamo lo spettacolo da due squadre piene di necessità, di urgenze. Ha giocato meglio l’Inter, la Juve si è difesa a lungo e bene, abbassandosi quando perdeva il pallone e cercando raramente il campo aperto. Confesso che fino al gol di Cuadrado ho riempito il tempo ponendomi una domanda, sempre la stessa: come ha fatto l’Inter che sto vedendo a perdere dieci volte in campionato, nel nostro campionato? Dieci su ventotto, poi… Il calcio è il paradiso, o il purgatorio, degli spiegatori professionisti, quelli che hanno capito tutto subito, che tutto sanno, i professori del luogocomunismo, i trivellatori di palle che di fronte a una squadra in crisi di risultati raccontano che l’amico del bar, commercialista del tal giocatore, ha confidato che ci sono notevoli frizioni tra il tecnico e alcuni big dello spogliatoio. Balle. Ecco, io ho rivisto un’Inter in linea con le richieste di Inzaghi e una Juve perfettamente aderente al progetto di Allegri. Le frizioni le lascio ai barbieri.

Post Scriptum

Ho molto apprezzato la reazione composta e spiritosa di Angel Di Maria alla definizione “mezzo cadavere calcistico” - che gli ho attribuito esclusivamente per sottolineare le tante assenze per questioni fisiche che stanno condizionando la sua stagione. L’ho apprezzata e gliel’ho fatto sapere. Non ho mai messo in discussione l’altissima qualità del trentacinquenne campione del mondo che, insieme all’altro “cadavere calcistico” Paul Pogba, lui intero (sempre e solo per ragioni legate alle rarissime presenze), avrebbe dovuto alzare il livello di questa Juve, costretta da agosto a oggi ad accelerare la crescita di molti giovani (un bene, peraltro). Trascurando il grottesco caso Pogba, segnalo ai più distratti che delle 41 partite fin qui giocate dai bianconeri, 3.690 minuti, Di Maria ne ha disputate - non sempre completamente - 26 per un totale di 1.394 minuti: non arriva al 38%, ovvero a una su tre. Chi l’ha voluto capire l’ha capito, gli altri - tanti webeti - hanno sparato le solite cazzate ad alzo zero. Sono tuttavia contento di averli fatti divertire. Alla prossima.


© RIPRODUZIONE RISERVATA