Fiorentina, una prova di grande mentalità

Leggi il commento sulla bella vittoria della Viola contro il Lask in Conference League
Alberto Polverosi
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Era fondamentale vincere, come aveva detto Palladino, ma lo era anche segnare tanti gol visto che la differenza-reti alla fine potrebbe essere decisiva per la qualificazione nelle prime otto. E se il Lask sembrava una vittima predestinata per la sua evidentissima modestia tecnica, non aveva però alcuna intenzione di farsi seppellire di gol, come invece è successo. Ed è questo aspetto, i sette gol, che dà alla partita della Fiorentina il vero significato per la corsa in Conference League. 

Piegare i fragilissimi austriaci è stato un compito da ragazzi, ma continuare ad attaccare per segnare ancora e ancora è il frutto della mentalità della squadra di Palladino. Che stavolta ha rinunciato a una maxi rotazione proprio per evitare sgradevoli sorprese. La qualificazione agli ottavi non è ancora conquistata, la Fiorentina dovrà vincere anche a Guimaraes, nell’ultima giornata di Conference, per esserne aritmeticamente certa, ma intanto resta nelle prime otto, salendo anche qualche gradino. 
Il doppio centravanti è stata la nuova mossa del tecnico, Kouame non dietro ma al fianco di Kean, e due ali d’attacco come Ikoné e Sottil, 4-2-4 si può dire. Il risultato dell’esperimento è stato soddisfacente, favorito però dalla pochezza del Lask e dalla timidezza della sua difesa: questa squadra, in Italia, fatica in Serie B. Kean ha segnato subito, ma con un tocco di mano e gol annullato, mentre nel finale del primo tempo ha centrato il palo esterno; Kouame con la lunga falcata ha bruciato i piedi lenti degli austriaci in occasione del secondo gol e non solo. 
Dati incoraggianti sono arrivati a Palladino dall’ottimo lavoro sull’asse di sinistra Parisi-Sottil. Parisi era entrato, suo malgrado, nella bufera del caso-Biraghi, ma l’ex empolese finora si è ritagliato (meritandolo) un po’ di spazio, è titolare in Conference e se un giorno Gosens dovrà riposare sarà lui il sostituto. Ragioni per andarsene a gennaio ce ne sono poche. Ha spinto tanto, trovando sempre i tempi giusti per l’intesa con Sottil, che ha segnato un gol splendido (mezza girata al volo) proprio su cross di Parisi. Quanto a Sottil, ha dato a Palladino la risposta che voleva, con una doppietta, un assist e un lavoro consistente su tutta la fascia: per il posto che purtroppo Bove ha lasciato libero, la prima scelta è lui. Ed è giusto sottolineare l’evoluzione di questo ragazzo, un tempo circondato dalla diffidenza della gente (anche per sue responsabilità) e ora, grazie a Palladino che ha puntato molto su di lui, può uscire dal campo fra gli applausi dei tifosi come è successo ieri. 
Nell’ultima mezz’ora, altra prova in coppia per Beltran e Gudmundsson, la migliore argenteria in mostra al Franchi. L’islandese è entrato per far capire che uno come lui, una volta recuperato fisicamente, non può stare fuori: prima un destro a fil di palo, poi un assist geniale per il 5-0 di Mandragora e infine il rigore del 7-0. Nel finale debutto per un altro giovane, Jonas Harder, classe 2005. In porta c’era un altro ragazzino, Tommaso Martinelli, classe 2006. A destra, Michael Kayode, classe 2004. La vittoria, i sette gol e i giovani in campo, per la Fiorentina è stata un’altra bella serata. 


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