Tocca ancora ad Arthur Cabral. Così è se pare a Vincenzo Italiano, ovviamente, ma il piano non scritto è abbastanza sicuro: il posto di riferimento nell’attacco viola domani contro il Sivasspor sarà di nuovo del centravanti brasiliano. Come sta ormai diventando un’abitudine in campionato e se il brasiliano “comanda” anche in Conference League significa che le gerarchie ormai sono spostate dalla sua parte. E allora spetta a lui il compito, anzi il compito doppio: uno nell’interesse generale per trascinare la squadra viola ai quarti, uno personale per mantenere posizione e credito nei confronti del rivale-amico Jovic quando il tecnico siciliano sarà chiamato di nuovo a scegliere tra i due.
Intoppo burocratico
Perché, diciamocelo, stavolta ci si aspettava il serbo a guidare l’attacco, come a Braga nella prima delle due partite dei sedicesimi di finale: e là, in Portogallo, c’era appunto l’ex Real, che poi avrebbe lasciato spazio dall’inizio a Cabral nella partita di ritorno a risultato acquisito, per riprenderselo secondo logica e previsioni sei giorni fa nell'andata col Sivasspor. E c’entra anche Madrid nella decisione (attesa) di Italiano: Jovic, convocato, non era insieme al gruppo in viaggio ieri da Firenze a Sivas per il semplice motivo che si trovava nella capitale spagnola a sbrigare questioni personali “non rimandabili" ad altra data. Un piccolo-grande contrattempo che, però, come ricordato non poteva essere affrontato diversamente e che la Fiorentina e il calciatore hanno risolto nell’unica maniera possibile: Jovic da Madrid volerà direttamente oggi in Anatolia per poter unirsi ai compagni nell’allenamento di rifinitura. Condizione, questa, che dà forza e valore all’assunto di partenza: diventa complicato vedere il numero 7 subito in campo per ovvi motivi. Troppo importante avere tutti al meglio per Italiano, troppo importante non concedere il minimo vantaggio all’avversario.
Gol e vittorie
Jovic ci sarà al fianco della Fiorentina, perché ha forte la volontà di continuare a dare un contributo decisivo al rendimento-top della squadra viola di quest’ultimo mese, ma intanto tocca a Cabral che da quel punto di vista è ormai una nuova certezza su cui la squadra viola sa di poter contare sempre e comunque. Segnando sei gol nelle sette partite che al momento compongono la striscia positiva della Fiorentina tra Italia ed Europa dopo la sconfitta di Torino in casa della Juventus: ecco come l’ex Basilea è diventato imprescindibile. E la Conference League sta avendo grandi meriti in tutto ciò: nella succitata partita di Braga affondano le radici della svolta (nel rendimento) dell’attaccante brasiliano e, quindi, la svolta (nei risultati) della formazione di Italiano, e le due cose, come il compito di cui sopra, sono strettamente legate. Due gol subentrando a Jovic nel quarto d’ora finale, sul punteggio di 2-0 propiziato dal serbo, e in quell'attimo non più fuggente è scattato qualcosa dentro Cabral. Che poi si è ripetuto nella gara di ritorno firmando il definitivo 3-2, ma il meglio l’ha dato in campionato: subito decisivo contro l’Empoli, poi determinante a Verona e a Cremona. Soprattutto, è scattato qualcosa tra Cabral e il gol.
Ci riprova Arthur
E allora domani toccherà di nuovo a lui, più che mai proteso a migliorare il record attuale che al momento è composto da undici reti, suddivise tra campionato (6) e Conference League (5), consapevole che se la Fiorentina è ancora in lizza in tutte e tre le competizioni adesso che siamo a marzo inoltrato dentro una stagione al culmine, un po’ di merito è anche suo. Ma Cabral non si accontenta e cerca un'altra recita importante in quell'Europa che sta tornando un po’ il giardino di casa: l’occasione si chiama Sivasspor, con obiettivo di infilare il biglietto col nome Fiorentina nell’urna di Nyon venerdì. Re Artù ci vuole mettere la firma.