La magia di Ciro Immobile risolleva la Lazio e le consente anche di sostenere e vincere una partita che dopo qualche minuto era diventata come la salita del Tourmalet per un ciclista in difficoltà. L’espulsione di Patric, discutibile, frettolosa e contestabile, aveva messo la squadra di Sarri nelle condizioni peggiori per affrontare il Cluj in un turno infrasettimanale sempre sofferto dai biancocelesti. L’arbitro Pawson, sostenuto dai colleghi al Var, ha cacciato lo spagnolo nonostante Felipe Anderson fosse ancora in grado di intervenire sulla volata di Krasniqi, comunque fermato abbondantemente fuori dall’area: il rosso al centrale chiamato a sostituire Romagnoli e i successivi gialli, ai limiti del ridicolo, sferrati davanti a Zaccagni e a Milinkovic, avevano fatto credere a un’altra serata nera, con lo sgradito contributo dell’arbitro, ma tutti i brutti pensieri sono svaniti qualche secondo prima dell’intervallo grazie alla prodezza di Ciro.
Un gol che rappresenta un segnale
Un calcio al volo di destro sullo scavino di Felipe: una punizione studiata, probabilmente, per un gol che potrebbe rappresentare un segnale non soltanto per Sarri ma anche per il ct Mancini a un mese dall’inizio delle qualificazioni europee con la sfida di Napoli contro l’Inghilterra. Sì, perché tutti i candidati del ct (e della critica) designati per sostituire Immobile dopo l’addio al Mondiale sono più o meno scomparsi. Non si trovano grandi tracce, in Italia e all’estero, di Scamacca, di Belotti, di Pinamonti, di Bonazzoli e dello stesso Kean, mentre Berardi e Raspadori, eventuali falsi nueve della Nazionale, resteranno fermi ai box fino a data da destinarsi. E così, se fosse necessario, è pronto a riemergere Immobile, fermo a lungo e in gol sono una volta, prima di ieri sera, nel 2023: segnò l’1-0 della grande illusione laziale e Lecce, poi di nuovo il buio e i clamorosi errori di sabato scorso contro l’Atalanta, una delle cause della sconfitta biancoceleste. Conclusioni molto più facili rispetto a quella di ieri sera ma evidentemente la condizione è in crescita e il capitano è più tranquillo: la rete numero 191 con la maglia della Lazio ha consentito a Sarri di vincere in dieci contro undici una partita difficilissima ma comunque stradominata anche sotto il profilo tattico ed motivo.
L'impeccabile Gila
Dopo il comprensibile momento di shock per l’espulsione di Patric e la sostituzione del piccolo Marcos Antonio con l’ultimo centrale difensivo a disposizione, l’impeccabile Gila, la squadra di Mau si è riorganizzata e ha alzato una diga davanti alla difesa, pronta a ripartire con velocissimi contropiede che hanno messo in difficoltà il Cluj. Senza il rosso allo spagnolo, probabilmente la Lazio avrebbe chiuso il conto già in questa partita di andata perché gli avversari sono sembrati davvero modesti: l’1-0 rappresenterà comunque un buon punto di partenza per il ritorno, con la speranza che venga sfatata la maledizione degli appuntamenti infrasettimanali. Ma la nota positiva, ovviamente, resta quella del recupero di Immobile, che aveva bisogno di un gol per riaccendersi. Per puntare ad un posto in Champions, la Lazio e Sarri hanno bisogno del solito Ciro, che ha messo nel mirino quota 200: gli mancano 9 gol e potrebbero essere proprio quelli per l’Europa di oggi e l’Europa di domani.