Sorteggi Champions, cosa cambia rispetto al passato: i pericoli per le italiane

Alle 18 a Montecarlo nascerà la 70ª edizione: prima volta con 36 club al via e girone unico, più big match da subito e (forse) risultati più incerti
Sorteggi Champions, cosa cambia rispetto al passato: i pericoli per le italiane© EPA
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MONTECARLOÈ la settantesima edizione della più grande coppa d’Europa, ma in realtà è la prima di una grande coppa che continua a trasformarsi, stavolta nella forma e forse anche nella sostanza, cambiando pelle e palline, trasformando i gironi in un campionato ma attirando sempre e comunque l’intero popolo del calcio europeo. Centinaia di milioni di appassionati che non aspettano altro che questo momento. È un’evoluzione senza pause prima alla ricerca dello spettacolo, ora dei soldi. Si partì dalla Coppa dell’Europa Centrale, poi la Coppa Grasshoppers la cui unica edizione (vinta dalla Fiorentina) durò cinque anni e si sovrappose alla prima Coppa dei Campioni (1955-56, successo del Real Madrid), poi nel ‘91 cambiò formula con i gironi dopo gli scontri diretti dei sedicesimi e degli ottavi, nel ‘94 quattro gironi, nel ‘97 sei gironi, nel ‘99 otto gironi. Sempre più squadre, sempre più soldi, fino a questa edizione di SuperChampions (36 formazioni al via), in realtà un campionatone, con una sola classifica e con grandi partite fin dalla prima giornata. Tanto per dire, Real Madrid-Manchester City si può giocare subito il 17 settembre. 

In bilico

Nelle intenzioni dovrà essere un torneo non più equilibrato del precedente (perché tanto le migliori andranno avanti, esclusi imprevisti) ma più incerto, col risultato in bilico fino all’ultima giornata, almeno così sperano all’Uefa. Non ci saranno partite da prendere sottogamba proprio perché conterà la posizione finale della classifica generale per gli accoppiamenti successivi. E conteranno anche i gol segnati, così se il City troverà la squadra più debole del torneo potrà/dovrà segnare a valanga, senza fermarsi così da sistemare la differenza-reti.

Le favorite per la Champions

Chi vincerà il primo campionatone della storia europea? Mettiamo in fila le candidate: Real Madrid, Manchester City, Bayern Monaco, Barcellona, Paris Saint Germain, Borussia Dortmund, Atletico Madrid e Arsenal. Giochino facile, abbiamo preso le otto squadre che nella stagione scorsa sono arrivate ai quarti di finale della vecchia Champions. Ma le new entry non mancheranno. L’Inter deve entrare in questo gruppo di qualificate agli ottavi e deve provarci anche la Juventus insieme al Bayer Leverkusen. Per le altre tre italiane, Milan, Atalanta e Bologna l’obiettivo è una delle migliori posizioni che vanno dal 9° al 24° posto, dove è garantito lo spareggio per accedere agli ottavi. Per chi esce agli spareggi, nessun paracadute, non retrocederà in Europa League, ma andrà direttamente a casa. E questa decisione piacerà di sicuro a Mourinho che ogni volta che giocava nella seconda coppa contro una retrocessa dalla Champions diceva “ecco gli squali”. 

I calciatori più attesi

Ci possiamo aspettare Mbappé-Haaland fin dalla prima giornata, così avremmo subito le idee più chiare. Il Real fa sempre più paura. È vero che l’anno scorso ha vinto la Coppa rischiando col City e col Bayern, ma adesso in attacco ha tre virtuali Palloni d’Oro, Mbappé, Vinicius e Rodrygo che sembra scarso di fronte a quei due e invece è il terzo fenomeno. Il quarto, anche lui da Pallone d’Oro, è tale Bellingham. Più Arda Güler, più Endrick, più Brahim Diaz, più Ancelotti. Più e solo più. Sul piano individuale è fuori classifica. Visto che è il momento della Spagna (campione d’Europa con il club, con la nazionale, l’Under 19 e l’Olimpica), potrebbe stargli dietro il Barcellona che ha un ragazzino prodigio di cui tutta Europa si è innamorata, Lamine Yamal, ma prima del Barça (che non riesce a tesserare uno dei grandi dell’Europeo, Dani Olmo) arriva il Manchester City, già in testa alla Premier con 6 punti in due partite, dopo il 2-0 a Stamford Bridge e il 4-1 sull’Ipswich. Ancelotti sa che se vuole anche la 16ª per il Real e la sua 6ª personale deve fare i conti col suo amico Pep. 


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