Agnelli parla di vergogna, ma lo conferma e sposta l’attenzione su tutto il gruppo-azienda. La sua Juve è una non-squadra: senza idee, senza forze, senz’anima. Alla vigilia ha parlato di cuore, in campo non si è visto un solo battito. Contro il Maccabi Haifa arriva il punto più basso della sua gestione, una crollo inaccettabile persino in un momento di crisi senza fine come questo. La prossima mossa è il ritiro alla Continassa fino al derby: servirà?
Qualche parata la fa, dovrebbe essere la normalità e invece quasi fa notizia. Finisce dentro la porta sull’1-0, lascia completamente libero il suo palo in occasione del 2-0.
Dalla sua parte Cornud ogni volta che si sovrappone crea scompiglio, prova a tamponare tutte le falle degli altri e finisce per crearne pure lui.
Ha il merito di provare a creare qualcosa, è la partita che non c’è più.
La difesa imbarca acqua da tutte le parti, lui è un capitano che affonda dal primo minuto senza nemmeno tentare di salvare il salvabile.
L’allegrata di turno è il suo rilancio al posto di Bremer, troppo facile per Pierrot e Atzili saltargli in testa.
Non gli riescono nemmeno le cose più semplici, il modo in cui non difende su Atzili quando il Maccabi raddoppia è emblematico.
Crea più lui in un disperato finale che tanti altri.
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