Il ritiro del Napoli? Serve altro

Il ritiro del Napoli? Serve altro© LAPRESSE
Ivan Zazzaroni
3 min

Lunedì sera il direttore di un hotel di Napoli che si dichiara “malato, ma malato-malato di azzurro” mi ha fermato per spiegarmi con un sorriso già incontrato più volte da quelle parti che in fondo è contento di trovarsi a undici punti dalla Juve, così non si angoscia più inseguendo vanamente quelli là. Li ha rimossi, è stato costretto a farlo, e adesso può concentrarsi sull’Europa. Si chiama filosofi a partenopea, o di vita - ha aggiunto - perfettamente riassunta in uno dei pensieri di Bellavista: “Il segreto della vita è la distrazione, ovvero il dimenticarsi che esiste la morte”.

Il guaio, nel calcio, è quando le distrazioni sono difensive, troppe e talvolta inspiegabili (non possono dipendere solo dalla partenza del mai troppo rimpianto Albiol). E quando alle dormite dei quattro dietro si associano ripetutamente gli errori di precisione nei passaggi e nelle conclusioni: non si può parlare soltanto di sfortuna se, tra campionato e coppa, si centrano 14 legni in 15 partite o se, come contro il Salisburgo, si tira verso la porta di Coronel 29 volte inquadrandola solo in quattro occasioni.

E’ tuttavia la fase difensiva il principale difetto del Napoli: Ancelotti può cambiare Manolas con Maksimovic, ma il reparto continua a soffrire tanto sugli esterni, in particolare dalla parte di Mario Rui, quanto centralmente dove fa cose che noi umani… Koulibaly è costantemente in affanno e quindi condannato a recuperi in scivolata, a numeri da circo, a respinte col corpo. La generosità non gli fa difetto, l’attenzione sì. Solo nella ripresa è stato impeccabile. Più che del ritiro lungo il Napoli ha dunque bisogno di un centrocampista centrale, di protezione e ordine, di un Veretout, questo il primo nome che mi viene, e di un esterno sinistro in grado di sostenere l’azione di Insigne, ieri sera brillante a 75 per cento, il restante 25 sta ancora sorvolando la traversa del Salisburgo. Il Napoli ha comunque fatto tanto per vincere e anche per complicarsi l’esistenza, alla fine - grazie a Lozano, premiata l’insistenza e la competenza di Ancelotti - ha portato a casa il punto che gli consente di guardare alle prossime due gare con fiducia: per passare agli ottavi gli basterà battere il Genk al San Paolo.


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