BERLINO - «È la mia prima stagione e siamo dove volevamo essere: affrontiamo questa gara con la speranza di poter vincere». Luis Enrique è sereno, stima la Juventus ma non ha timori particolari, nemmeno per l’euforia che si respira attorno al Barcellona e che rischia di contagiare la squadra: «Non sono preoccupato, come professionisti sappiamo di dover scendere in campo con buona interpretazione del gioco e di dover inseguire la giornata giusta: mi auguro di ripetere il rendimento di tutta la stagione».
LA SFIDA - Sulla partita: «La immagino divertente e mi auguro di vincerla. Sarà Italia contro Spagna, la Juve ci somiglia, ha uno stile come il nostro e fa un lavoro difensivo importante, però possiamo farcela. Sapevo che sarebbe stata un’annata difficile, ma abbiamo vinto due titoli e ora speriamo di vincere un altro. Come la Juve, ovviamente. Si decide a centrocampo? È uno dei settori in cui si crea il gioco, ma non credo che si giocherà tutto lì: dobbiamo dominare anche avanti e dietro». Un cenno a Iniesta («Sta bene») e un retroscena su Totti: «Ho un buon rapporto con lui, ma non l'ho invitato a Berlino per la finale».