Al diavolo la tristezza di ieri e la kefiah! «Rimango», rimane. Paolino ci ha ripensato e in questo momento non m'importa di sapere quali siano i motivi che l'hanno spinto a rinunciare ai 75 milioni sauditi, né di scoprire i doppifondi, attribuire le colpe, reali o immaginarie. Quando, poco dopo le venti, mi hanno detto del video con cui dava appuntamento ai tifosi domenica con l'Empoli, ho pensato si trattasse di uno scherzo, qualcosa che aveva a che fare con le masturbazioni social degli intelligenti artificiali. E invece era, è tutto vero. Dybala ha tirato fuori tutto il cuore e preso una decisione adulta: rimettendosi in discussione, accettando la concorrenza del giovane Soulé e tornando a disposizione di De Rossi che probabilmente avrà meno soldi per completare una Roma ancora imperfetta, ma che ritrova tanti gol e assist d'autore. Di milioni Paulo ne riceverà parecchi anche dai Friedkin: d'ora in avanti avrà oltretutto il dovere di giocare il più possibile per meritare l'anno in più. È bello pensare che il no a un calcio fantasma che ha sottratto qualità all'Europa l'abbia pronunciato un campione che per anni è stato considerato senza palle. Sono sicuro che dopodomani Dybala riceverà dall'Olimpico l'accoglienza che merita: il senso di appartenenza resta il valore più alto per i tifosi e la Joya ha confermato di coltivarlo. Dopo questo gesto sono convinto che anche Francesco Totti, il re di tutte le appartenenze, metterebbe una buona parola per assegnargli la numero 10. PS. La Roma non l'avrebbe mai lasciato andare per 3 milioni.