Da Liverpool a Trigoria, passando per le dune di Sabaudia, sembrano risuonare ovunque le parole di Francesco Totti: «Fossi un dirigente, penserei bene prima di investire su Dybala». Ecco, appunto. A sei giorni dall’inizio del campionato, lo stato maggiore della Roma riflette sul futuro del suo giocatore più forte e reclamizzato. La proposta saudita sventolata (ma non ancora presentata) non ha smosso Paulo. Ma potrebbe essere appetibile per i Friedkin, che hanno investito palate di milioni e devono ancora completare la squadra con almeno due titolari (terzino destro e ala sinistra). Non ci sono altri calciatori in organico che attirino l’attenzione, a certi livelli. Solo Paulo può fruttare una plusvalenza interessante - è arrivato a parametro zero e va in scadenza nel 2025 - combinata all’alleggerimento del monte stipendi.
La Roma e Dybala: ecco il quadro della situazione
E’ una situazione paradossale, alla quale nessuno avrebbe pensato fino a pochi giorni fa. E che può essere trascinata fino alla fine del mese, quindi ben oltre l’inizio del campionato. De Rossi, come leggete a fianco, assicura di non aver tenuto conto del momento quando ha deciso di escludere Dybala dalla formazione per l’ultimo test dell’estate contro l’Everton. Ma è stato impossibile non notare che la Roma ha giocato con dieci uomini su undici che quasi sicuramente cominceranno la partita domenica prossima a Cagliari. L’unico rimasto in panchina è stato appunto Dybala a beneficio di Zalewski, che è in scadenza di contratto e pure potrebbe andare via entro agosto. Può essere mai una scelta tecnica?
La posizione di Dybala
Aspettando sviluppi, e i contatti che l’entourage sta mantenendo accesi con gli arabi dell’Al-Qadsiah, Dybala continua ad allenarsi a buoni ritmi. Ieri ad esempio era in campo nella partitella contro l’Ostiamare e ha segnato una doppietta. Ma non aveva il sorriso dei giorni migliori. Non pensava di essere incedibile, né poteva pretendere questo status avendo una clausola rescissoria da 12 milioni da attivare eventualmente entro luglio, ma non era pronto a valutare un trasferimento a pochi giorni dall’inizio della stagione. Se avesse voluto lasciare la Roma per la Saudi League avrebbe accettato una delle offerte ricevute nei mesi scorsi, quando non doveva chiedere il permesso a nessuno per liberarsi. Adesso invece, dopo essersi speso in prima persona per spingere Soulé a raggiungerlo, potrebbe lasciargli il posto a Trigoria contro ogni previsione (crono)logica. Per ora comunque i 15 milioni per tre anni ipotizzati dall’Arabia sono chiacchiere. Tantomeno la Roma è stata coinvolta in una trattativa che non è mai decollata. Quindi tutto potrebbe esaurirsi con un nulla di fatto, accompagnato da dichiarazioni di reciproca fedeltà. Di sicuro Lina Souloukou deve riequilibrare il saldo acquisti/cessioni abbassando i salari. E non autorizzerà l’ingresso di altri giocatori finché non saranno calati i numeri extralarge della rosa. I trentuno giocatori fotografati da De Rossi stanno per diventare trenta, perché Darboe oggi firmerà per il Frosinone in prestito secco, ma sono comunque troppi. Il diesse Ghisolfi deve piazzare gli esuberi, tipo Karsdorp, Solbakken e Shomurodov, ma non solo: ogni offerta verrà considerata. Le operazioni da qui alla fine del mercato saranno ancora molte e dipenderanno in buona parte dalle uscite. Se parte un difensore ad esempio (Smalling o Kumbulla) può arrivare un altro centrale: offerto il portoghese Djalò dalla Juventus. Lo stesso negli altri ruoli, dove Abraham e Bove sono ancora in bilico. Poi ovviamente occhio a Dybala, che in caso di addio sarebbe sostituito da una grande ala sinistra. Pensate a Chiesa? Non è così automatico ma niente è impossibile.