Roma, da Smalling a Mancini: chi parte e chi resta in difesa

Il club punta a un’offerta araba per l’ex United. Llorente vuole restare e spera in un altro prestito
Roma, da Smalling a Mancini: chi parte e chi resta in difesa© BARTOLETTI
Jacopo Aliprandi
4 min

Ricostruire e sistemare tutte le zone di campo di una Roma che lascerà andar via tanti giocatori per inserire elementi più affidabili, di qualità e adatti al gioco di De Rossi. Dopo aver riscattato Angeliño per cinque milioni di euro, il nuovo direttore sportivo Ghisolfi dovrà studiare come sistemare il reparto difensivo, partendo dalle fasce fino a chiudere il capitolo dei difensori centrali. A sinistra Spinazzola va verso l’addio a parametro zero, a destra invece il francese proverà a cedere sia Celik che Karsdorp. Kristensen invece tornerà al Leeds dopo il prestito quanto mai deludente. E al centro? Ecco, forse è il reparto messo meglio di tutta la Roma, perché dispone già di una coppia che De Rossi ritiene titolare. Mancini e N’Dicka hanno dimostrato di poter essere i pilastri della difesa a sostegno di Svilar, i due che per caratteristiche, età e qualità possono garantire al tecnico affidabilità nel corso del nuovo progetto triennale. Uno è adesso in Nazionale per giocarsi l’Europeo con Spalletti, l’altro invece ha vinto da titolare e da protagonista la Coppa d’Africa con la Costa d’Avorio appena cinque mesi fa: una coppia di giocatori di livello, potenzialmente da 50-60 milioni di euro, e che ben si amalgama anche per esperienza. Mancini ha 28 anni ed è uno degli elementi più importanti della Roma per carisma, leadership e qualità, N’Dicka invece ne ha 24 e ha dimostrato soltanto parzialmente quello che potrà diventare. Un primo anno di ambientamento più che positivo, soprattutto durante la gestione De Rossi e la difesa a quattro. Inutile dire che il legame tra la Roma (tutta) e il giocatore si è fatto anche più forte dopo l’episodio al Bluenergy Stadium di Udine, la paura di un possibile infarto poi il sospiro di sollievo per il pneumotorace che lo ha lasciato lontano dal campo solo per un paio di settimane. Si ripartirà da lui e da Mancini, per poi puntare su almeno un ricambio giovane, all’altezza e che potrà essere un asset anche per il futuro.

Roma, il futuro di Smalling

Insomma, tutto ciò che non è Chris Smalling. Il difensore è in uscita dalla Roma, questo è un dato di fatto. Il grande punto interrogativo è se c’è ancora un club disposto a puntare su di lui nonostante gli infortuni, l’età e inevitabilmente delle qualità che vengono meno con il passare degli anni. Ghisolfi lavora per trovare una squadra araba che possa ancora essere intrigata dal centrale inglese, come l’estate scorsa quando dopo il rinnovo siglato a giugno le sirene saudite si facevano sempre più forti sia a Trigoria che ad Albufeira. Smalling adesso è di troppo, la Roma punta a cederlo - anche praticamente gratis - per risparmiare sull’ingaggio da 3,8 milioni netti che potrebbero invece essere dirottati su altri investimenti.

Rebus Llorente

L’ultimo centrale, al netto di quanto accadrà con Kumbulla che rientrerà dal prestito al Sassuolo, potrebbe essere ancora Diego Llorente che ieri sui social ha pubblicato una riflessione sulla stagione appena terminata con un indizio legato anche al futuro: «Abbiamo lottato e sofferto fino alla fine. Grazie per il vostro sostegno in ogni partita. Siete stati incredibili. Giorni di disconnessione, di riposo... E di attesa». Lo spagnolo spera di restare un altro anno in prestito e vorrebbe sfruttare la mancata promozione del Leeds in Premier League per agevolare il trasferimento, proprio come un anno fa quando era in vigore una clasuola che permetteva di liberarsi in prestito secco. Llorente aspetta e spera.


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